mercoledì,Aprile 24 2024

Come investire i 163 milioni vinti al Superenalotto? L’esperto ha pochi dubbi

L’amministratore delegato della società di gestione “Agenda Invest”, Michele Marcello, dispensa consigli che potrebbero tornare utili all’anonimo vincitore vibonese che si è portato a casa il Jackpot record con una giocata da 3 euro. Con un’ipotesi sorprendente

Come investire i 163 milioni vinti al Superenalotto? L’esperto ha pochi dubbi

Dopo la vincita record al Superenalotto a Vibo Valentia, Agi ha chiesto a Michele Marcello, amministratore delegato della società di gestione inglese “Agenda Invest” come investire quella bella sommetta. E la risposta è stata sorprendente.

«Se in Italia fosse possibile – ha detto Marcello -, consiglierei di incassare metà della cifra in banconote e l’altra metà in oro. Poi di chiudere tutto in uno scantinato». Così: senza nemmeno passare per un conto corrente, senza acquistare obbligazioni né azioni. Michele Marcello spiega perché.

Vibo Valentia sbanca il Superenalotto, centrato in città il Jackpot di oltre 163 milioni di euro

Conto corrente – La persona che ha vinto deposita i soldi, che sia in una banca italiana o svizzera è irrilevante, e comincia da subito a pagare interessi negativi. Da quando la Bce ha adottato una politica monetaria molto espansiva e ha tagliato i tassi così tanto da farli diventare negativi, le banche ne scaricano il costo sul cliente. Quindi non solo il patrimonio non cresce, ma viene lentamente eroso.

Mercato azionario – Quello dei Paesi sviluppati ha raggiunto valutazioni altissime in un anno in cui per effetto del declino del prezzo delle materie prime e della deflazione i profitti continuano a scendere ogni trimestre. Un’idea che costa troppo e rende poco.

Obbligazioni – Le più solide, i Btp o i Bund tedeschi, offrono per la gran parte tassi negativi a scadenze anche lunghe, fino a dieci anni. Per quanto riguarda le obbligazioni corporate, le bancarie sono quelle che rendono di più, ma le banche europee scricchiolano perché sono sottocapitalizzate. Da bocciare anche quelle delle grandi aziende, che hanno una resa bassissima.

Immobiliare – Potrebbe essere un idea, ma non in Europa perché il prossimo patrimonio che sarà tassato è quello visibile e quello immobiliare è il più visibile di tutti. E con una tassa di successione che potrebbe arrivare a 30-40% non si può più nemmeno considerare un investimento per gli eredi.

L’arte – Quella contemporanea ha avuto un successo fenomenale negli ultimi decenni perché la ricchezza privata si è creata nei mercati emergenti, dove i magnati avevano l’urgenza di riconvertire le valute povere in valute forti e il modo migliore e più veloce per farlo era l’arte contemporanea. Ma è un bene che non conserva il valore a lungo termine proprio perché è legato alle sorti delle economie dei Paesi emergenti.

«Spendere bene non è facile – conclude Marcello -, la spesa migliore sarebbe in un buon impianto di climatizzazione per lo scantinato in cui tenere le banconote, ma soprattutto l’oro: l’unico bene che protegge sia da una nuova crisi economica che dall’iper-inflazione. Nell’attesa che si presenti il momento per l’investimento giusto».

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