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Lo scandaloso spreco del depuratore dell’Angitola costato 3,5 milioni di euro e mai entrato in funzione. Ma la svolta è possibile – VIDEO

L’impianto consortile che avrebbe dovuto servire sei comuni dell’area a cominciare da Pizzo fu costruito 12 anni fa. Da allora è preda di vandali e ladri che hanno portato via quasi tutto. Il consigliere regionale De Nisi: «L’opera può essere recuperata e resa funzionante, ecco come»

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Il cancello è chiuso con un lucchetto ma varcarlo non è un’impresa impossibile. L’unico vero ostacolo sono le erbacce che avvolgono ogni cosa. Nascosta tra i rovi c’è una delle tante incompiute del Vibonese: l’impianto di depurazione consortile dell’Angitola concepito nel 2009 e finito di realizzare tre anni dopo. Mancavano solo le opere accessorie, che detto così magari non rende l’idea, perché si tratta dei collettamenti con i 6 Comuni che l’impianto dovrebbe servire: Pizzo, Filadelfia, Francavilla, Polia, Capistrano e Monterosso. Dovrebbe, appunto. Perché dopo 12 anni e 3,5 milioni di euro già spesi, il depuratore consortile è ancora una chimera. Eppure la sua entrata in funzione potrebbe rappresentare una svolta ambientale per questo tratto di costa che ospita anche habitat unici e attenzionati a livello europeo, come le Dune dell’Angitola. E poi c’è il mare “verde”, quello della abnorme fioritura algale, che quest’estate ha rovinato le vacanze di molti turisti da Pizzo a Lamezia.

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Insomma, il depuratore consortile rappresenterebbe la direzione giusta verso la quale muoversi per cambiare la situazione ma in tutti questi anni nulla è stato fatto. Di quel progetto resta solo l’immobile sventrato e depredato che vi mostriamo nelle immagini del nostro reportage video.

Ma oggi, dopo un decennale silenzio e abbandono, qualcosa sembra muoversi. Il consigliere regionale Francesco de Nisi ha infatti presentato una mozione, sottoscritta da altri consiglieri, per completare e mettere finalmente in funzione il depuratore consortile dell’Angitola.

Francesco De Nisi

«Nel 2013 l’impianto è passato nelle mani del commissario nazionale per la depurazione che aveva a disposizione 6 milioni e mezzo di euro – afferma De Nisi -, ma da allora è stato lasciato in totale stato di abbandono. Gran parte delle risorse sono state vanificate. Oggi l’impianto è nel degrado più assoluto, vecchio prima ancora di entrare in funzione, vandalizzato e con i macchinari rubati. Restano le opere edilizie avvolte dall’erbaccia», prosegue rammaricato.

Le speranze di poter ricominciare e finalmente inaugurare l’impianto, però, sono tutt’altro che vane. «Entro la fine dell’anno – sottolinea il consigliere regionale – il commissario nazionale per la depurazione affiderà l’appalto di un primo lotto per utilizzare i sei milioni e mezzo di euro accantonati dal 2013». Ma per completare l’opera servono altri 7 milioni e mezzo di euro che De Nisi – attraverso la mozione in Consiglio – ha chiesto di reperire alla giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto.

Intende andare in fondo alla questione l’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia, che promette il massimo impegno affinché il depuratore consortile dell’Angitola non resti un’altra eterna incompiuta.

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