‘Ndrangheta: clan Piromalli, arrestato pure Paolo D’Elia, storico patriarca trapiantato a Vibo

Figura pure Paolo D’Elia, 88 anni, originario di Seminara, ma residente per un lungo periodo a Vibo Valentia, Maierato e Filogaso, ultimamente trasferitosi a Palmi, tra gli indagati e gli arrestati dell’operazione “Provvidenza” contro il clan Piromalli di Gioia Tauro.

Paolo D’Elia, meglio conosciuto come “don Paolo” è ritenuto dagli inquirenti una figura storica e carismatica negli ambienti della criminalità organizzata calabrese. Nativo di Seminara, nel Reggino, il suo nominativo compare anche nel decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose, datato 1991, del Consiglio comunale di Seminara. Archiviata la sua posizione nella maxi-inchiesta “Crimine” della Dda di Reggio Calabria risalente al luglio del 2010, negli anni ’80 Paolo D’Elia si era trasferito nel Vibonese – prima a Maierato, poi a Vibo-città, dopo essere stato gravemente ferito in un agguato a Seminara. A Vibo Valentia avrebbe svolto il ruolo di “paciere” – come emerso nell’inchiesta “Nuova Alba” – fra le opposte articolazioni del clan Lo Bianco guidate dagli omonimi cugini Carmelo Lo Bianco, l’uno detto “Piccinni”, deceduto in carcere ad 82 anni nel marzo 2014, l’altro chiamato “Sicarro”, morto qualche settimana fa in ospedale a Catanzaro. Paolo D’Elia viene chiamato in causa anche nell’inchiesta dei carabinieri del Ros di Catanzaro denominata “Purgatorio” per i suoi presunti rapporti con esponenti di primo piano del clan Mancuso di Limbadi. Gli stessi Mancuso, secondo il Ros, avrebbero tenuto in gran considerazione D’Elia, indicandolo quale esponente autorevole della massoneria deviata. Il Ros nell’inchiesta “Purgatorio” ha inoltre sottolineato che Paolo D’Elia “è stato autore negli anni di alleanze con altre famiglie mafiose come gli Alvaro di Sinopoli, i De Stefano di Reggio Calabria ed i Molè di Gioia Tauro”.

Paolo D’Elia (in foto), imputato attualmente a Vibo Valentia in un’operazione contro l’usura, è accusato di far parte del clan Piromalli di Gioia Tauro ed in particolare di essersi legato a Girolamo Mazzaferro, continuando a mantenere solidi rapporti con le “famiglie” Alvaro di Sinopoli, Crea di Rizziconi, e Mammoli di Castellace.

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