mercoledì,Maggio 21 2025

‘Ndrangheta: operazione Call Me, annullate quattro ordinanze di custodia cautelare

Ritornano in libertà le donne dei boss La Rosa di Tropea e i genitori di Luigi Federici di Vibo

‘Ndrangheta: operazione Call Me, annullate quattro ordinanze di custodia cautelare
Tomasina Certo

Prime decisioni del Tribunale del Riesame di Catanzaro per l’operazione della Dda di Catanzaro denominata Call Me che ha colpito il clan La Rosa di Tropea e Luigi Federici del clan Pardea di Vibo. Ordinanza di custodia cautelare in carcere annullata nei confronti di Tomasina Certo, 61 anni, di Tropea (moglie del boss Antonio La Rosa, detenuto in regime di carcere duro) e per Giusy Costa, 48 anni, di Tropea (compagna di Francesco La Rosa, anche lui detenuto al 41 bis). Le due donne sono tornate pertanto in libertà. Per Giusy Costa (difesa dall’avvocato Sandro D’Agostino) è stata annullata l’ordinanza sul reato associativo (partecipazione al clan La Rosa), sull’estorsione a Piergiorgio Centro (titolare di una parafarmacia a Tropea) e per le telefonate con il compagno detenuto, mentre Tomasina Certo (difesa dall’avvocato Giovanni Vecchio) incassa l’annullamento per le sue contestazioni (estorsione e anche per le telefonate illegali con il marito detenuto che disponeva di un telefonino in carcere). Annullata parzialmente l’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per Luigi Federici, 27 anni, di Vibo Valentia, che si vede annullare il reato associativo, mentre per le telefonate dal carcere con telefonini illecitamente detenuti il Tribunale del Riesame ha fatto venir meno l’aggravante mafiosa e quindi ha gradato la misura cautelare dal carcere agli arresti domiciliari. Luigi Federici (difeso dall’avvocato Giuseppe Morelli) non lascerà tuttavia il carcere in quanto detenuto per Rinascita Scott (25 anni la condanna in primo grado, con l’appello ancora in corso). Annullata, invece, l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Francesco Federici e Erminia Bisogni, genitori di Luigi Federici, di Vibo Valentia, che ritornano pertanto in libertà in accoglimento di un ricorso dell’avvocato Giuseppe Morelli.

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