La scena dell’agguato secondo Zuliani: «Mi ha colpito alla gamba, poi ha sparato agli altri»

La calibro 9×21 è ancora fumante, quando il killer passa «due o tre volte», tenendola in pugno, davanti ad una delle sue vittime. Cerca gli altri bersagli, uno lo trova. Poi si dilegua. A raccontare la scena dell’agguato della notte di San Michele, costato la vita a Salvatore Battaglia, è uno dei protagonisti, suo malgrado: Giovanni Zuliani. Mentre ad impugnare la pistola, secondo gli inquirenti, è Antonio Felice. Il narrato è intercettato dalla cimice piazzata dai carabinieri nella stanza dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. «Quando mi hanno sparato sono caduto a terra, vado per alzarmi, torno a cadere, mi torno ad alzare e niente, prendo e sono rimasto così a terra, poi questo qua con sto cazzo di casco ha continuato a salire per sopra, ha sparato, ha sparato, ha sparato a Michele (Michele Ripepi, ndt). E poi ha sparato a Turi (Salvatore Battaglia, ndt) in macchina, perché era con “Caponno“ (soprannome di Michele D’Angelo, non indagato, ndr), e gli ha detto: ma non cammini? Ha detto Caponno che è andato per girarsi ed era così… (mima il gesto del capo chinato, ndt), va a vedere e tutto il collo pieno di sangue».

Giovanni Zuliani (che si ritrova a sua volta indagato per favoreggiamento) racconta la storia a Luigi Zuliani, a Francesco La Bella e ad Andrea Viviano. Ed è La Bella ad affermare: «Io ero proprio là, per terra eri quando ti ho visto. Giovanni è morto! Noi siamo passati così di là, eravamo io, Michele (Fiorillo, alias Michelone) e lui (indica Andrea Viviano, ndt), ed eravate uno così (fa segno con la testa chinata) ed uno là per terra, pensavo che eravate morti». Il racconto si sposta poi agli attimi successivi, all’arrivo di una donna che ha chiesto aiuto. «Ha visto a me per terra e ha iniziato a gridare, però a Turi non lo avevano visto per niente, perché Turi era là sopra». È Viviano ad aggiungere un altro dettaglio: «Noi a Turi lo sai quando lo abbiamo visto? Al momento dello sparo, perché poverino ha aperto lo sportello perché voleva scendere, come era andato per scendere…».
Più avanti Zuliani riprende la scena: «Io sono sceso dalla macchina, come scendo dalla macchina inizia a sparare, mi prende nella gamba, boom e cado, vado per rialzarmi e cado, vado per rialzarmi ed avevo questa gamba piegata… Io mi ricordo solo che questo qua passava con questa pistola, e questi colpi li sparava verso sopra, quando è andato verso sopra io tipo, mi sono buttato là, alla buona di Dio, poi non mi ricordo… mi hanno preso e mi hanno portato all’ospedale».

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