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‘Ndrangheta: operazione Habanero contro i clan delle Preserre, salgono a 15 le richieste di rito abbreviato

L’indagine sui Maiolo di Acquaro mira a far luce anche sulla strage di Ariola del 2003. Alcuni Comuni delle Preserre vibonesi chiedono di essere ammessi quali parti civili nel processo

‘Ndrangheta: operazione Habanero contro i clan delle Preserre, salgono a 15 le richieste di rito abbreviato
Francesco Maiolo cl. 79

Salgono a 15 le richieste di ammissione al rito abbreviato per gli imputati dell’operazione Habanero nei cui confronti è in corso l’udienza preliminare. Dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro, Piero Agosteo, hanno infatti avanzato al richiesta di ammissione al rito alternativo (che comporta in caso di ammissione e di condanna uno sconto di pena pari ad un terzo), i seguenti imputatiCristian Capomolla, 37 anni, di Acquaro (avvocato Antonio Barilaro); Francesco Tarzia, 43 anni, di Acquaro (la cui posizione è stata riunita dopo un precedente stralcio, difeso dall’avvocato Antonio Barilaro); Vincenzo Pisano, 31 anni, di Gerocarne (avvocati Sandro D’Agostino e Ilario Tripodi); Sandro Ganino, 41 anni, di Acquaro (avvocato Michelangelo Miceli); Domenico Fusca, 44 anni, di Dasà (avvocati Nicola Pistininzi e Francesco Schimio); Giorgio Galiano, 50 anni, di Vibo Valentia (avvocato Sergio Rotundo); Luciano Barone, 51 anni, di Montesilvano (Pe), (difeso dall’avvocato Domenico Intrieri Cataldo); Cosimo Bertucci, 51 anni, di Gerocarne, ma residente a Orbassano (avvocato Giuseppe Damini); Francesco Bertucci, 52 anni, di Gerocarne ma residente a Nichelino (avvocati Luigi Chiappero e Ermenegildo Scuteri); Francesco Capomolla, 42 anni, di Gerocarne (avvocato Betrice Biamonte); Francesco Ciconte, 29 anni, di Sorianello, ma residente a Brandizzo (avvocato Vincenzo Cicino); Nicola Papaleo, 66 anni, nativo di Rosarno (Rc), ma residente a Francavilla al Mare (avvocato Giuliana De Nicola); Rodolphe Pinto, 63 anni, di San Salvo, provincia di Chieti (avvocato Giuseppe La Rana); Francesca Silipo, 40 anni, di Acquaro (avvocato Sandro D’Agostino); Giuseppe Taverniti, 48 anni, di Gerocarne, residente a Brandizzo, provincia di Torino (avvocati Francesco Lojacono e Vincenzo Cicino);

Gli imputati con rito ordinario

Angelo Maiolo

Rito ordinario invece per: Giuseppe Chiera, 37 anni, di Soriano Calabro (avvocati Sandro D’Agostino e Nicola Loiero);  Cosmo Damiano Inzitari, 48 anni, di Acquaro (avvocato Antonio Barilaro); Rinaldo Loielo, 30 anni, di Gerocarne, residente a Rondissone (avvocato Pamela Tassone); Angelo Maiolo, 41 anni, di Acquaro (avvocati Sergio Rotundo e Sandro D’Agostino); Francesco Maiolo, 46 anni, di Acquaro (avvocati Luca Cianferoni e Bruno Ganino); Francesco Maiolo, 42 anni, di Acquaro, residente a Brandizzo (avvocati Sandro D’Agostino e Luca Canzoniere); Luca Marano, 46 anni, di Pescara (avvocato Laura Castellano); Filippo Monardo, 29 anni, di Soriano Calabro (avvocati Pamela Tassone e Nicola Loiero); Francesco Sorleto, 46 anni, di Acquaro (avvocato Sandro D’Agostino); Pasquale Rottura, 31 anni, di Acquaro (avvocati Giuseppe Gervasi e Vincenzo Sorgiovanni). L’udienza preliminare proseguirà il 29 maggio prossimo.
Al contempo, nel corso dell’udienza preliminare, si sono registrate le richieste di costituzione di parte civile da parte di alcuni Comuni nei cui territori avrebbe operato l’associazione mafiosa, che fa capo al clan Maiolo di Acquaro ed Emanuele di Ariola di Gerocarne e Sorianello, o dive si sarebbero consumati alcuni dei fatti criminosi oggetto delle contestazioni da parte della Dda di Catanzaro.

I reati contestati

Francesco Maiolo cl. ’83

Associazione mafiosa, triplice omicidio plurimo con l’aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione illegale di armi e munizioni, spari in luogo pubblico, estorsione aggravata, coltivazione di sostanze stupefacenti, narcotraffico, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, sequestro di persona e rapina, i reati a vario titolo contestati. L’inchiesta mira a far luce sulle attività illecite concentrate soprattutto nel territorio delle Preserre vibonesi, ed in particolare nei comuni di Acquaro, Gerocarne, Soriano Calabro e Dasà. Tra le contestazioni, la ‘strage dell’Ariola’ avvenuta il 25 ottobre 2003 a Gerocarne, frazione di Ariola, nella quale vennero uccise tre persone – Francesco Gallace, Giovanni Gallace e Stefano Barilaro – e ferita una quarta). La strage sarebbe stata compiuta per volontà dei tre Maiolo e di Gaetano Emanuele. Un’azione di sangue nata – secondo l’accusa – per vendicare le scomparse (lupare bianche) negli anni ’90 di Rocco e Antonio Maiolo, genitori dei Maiolo ora arrestati, uccisi in uno scontro tra clan per il predominio mafioso della zona. A sostegno dell’impianto accusatorio della Dda di Catanzaro ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia (Francesco Loielo, Enzo Taverniti, Michele Ganino, Daniele Bono, Diego Zappia, Rocco Oppedisano, Antonio Forastefano e Raffaele Moscato) e l’attività di indagine basata anche su diverse intercettazioni. I fratelli Angelo e Francesco Maiolo, di 41 e 46 anni, dal mese di marzo si trovano ristretti in regime di carcere duro (articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario) e rispondono anche del sequestro di persona ai danni di un esponente del clan Pardea di Vibo Valentia, pestato per vendicare l’aggressione di un soggetto di Acquaro, cugino dei Maiolo.

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