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‘Ndrangheta: colpo di scena in “Romanzo criminale” a Vibo, stralciate le posizioni di prete e maresciallo

Forzatura del protocollo informatico: l’attività integrativa della Dda individua un carabiniere diverso da Cannizzaro per il caricamento della notizia di reato sporta da Michele Mario Fiorillo contro i Patania di Stefanaconi

‘Ndrangheta: colpo di scena in “Romanzo criminale” a Vibo, stralciate le posizioni di prete e maresciallo

Due processi distinti per l’ex comandante della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, Sebastiano Cannizzaro, ed il sacerdote Salvatore Santaguida rispetto ad altri 14 imputati accusati di far parte del clan mafioso dei Patania di Stefanaconi. E’ quanto deciso oggi dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Lucia Monaco, nel processo nato dall’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata “Romanzo criminale”, sulla scorta del fatto che l’attività istruttoria dibattimentale per i soli Sebastiano Cannizzaro e Salvatore Santaguida – a differenza di quella degli altri imputati – non può dirsi conclusa in quanto restano ancora da sentire in aula alcuni testimoni importanti per l’esatta e veritiera ricostruzione di alcuni accadimenti contestati dalla pubblica accusa.

L’attività integrativa della Dda e la “sorpresa”. Una delle accuse principali per l’ex comandante della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, Sebastiano Cannizzaro, è infatti quella di aver omesso di trasmettere la Cnr (Comunicazione notizia di reato) con le denunce presentate dall’agricoltore Michele Mario Fiorillo di Piscopio, poi ucciso nel settembre 2011, contro i Patania di Stefanaconi per pascolo abusivo. L’accusa nei confronti di Cannizzaro prosegue poi con la contestazione di aver falsificato il protocollo informatico della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio facendo risultare – ad avviso degli inquirenti – che l’informativa sulle denunce di Fiorillo sarebbe stata protocollata il 27 agosto 2011. Le indagini della Dda di Catanzrao avrebbero dimostrato che il protocollo informatico è stato generato il 17 dicembre 2011, ovvero il giorno dopo l’omicidio di Michele Mario Fiorillo. Da qui la contestazione mossa dalla Dda di Catanzaro a Sebastiano Cannizzaro di omissione di atti d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico.

La novità emerge però ora dall’attività integrativa d’indagine del pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, espletata su richiesta degli avvocati Aldo Ferraro e Pasquale Patanè, difensori di Sebastiano Cannizzaro. Dalla stessa è infatti emerso che la Cnr risulta effettivamente depositata in Procura a Vibo Valentia il 29 agosto 2011, data risultante dal timbro apposto dallo stesso ufficio di Procura sulla comunicazione della notizia di reato ricevuta. Quanto al protocollo informatico, l’attività integrativa d’indagine della Dda ha permesso di identificare il militare dei carabinieri che ha materialmente proceduto a forza il protocollo informatico in uso all’Arma il 17 settembre 2011. Militare dell’Arma che non è il luogotenente Sebastiano Cannizzaro – come sinora rappresentato dall’accusa – , ma il maresciallo Raffaele Comparone, all’epoca dei fatti in servizio alla Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio ed attualmente in servizio fuori dalla Calabria.

Proprio la necessità di risentire in aula Raffaele Comparone su tale specifica circostanza (oggi assente giustificato), per come chiesto dal pm Andrea Mancuso, e procedere anche all’escussione del maresciallo Caolo (all’epoca dei fatti pure lei in servizio a Sant’Onofrio), per come invece richiesto dalla difesa di Cannizzaro, ha fatto sì che oggi il Tribunale di Vibo Valentia decidesse per lo stralcio delle posizioni di Cannizzaro e Santaguida. Il processo nei loro confronti è stato aggiornato al 29 di marzo.

Il cambio del Collegio. In tale data, però, il Tribunale collegiale presieduto da Lucia Monaco avrà certamente emesso la sentenza nei confronti dei 14 imputati accusati di far parte del clan Patania. Ciò determinerà il cambio del Collegio giudicante in quanto incompatibile avendo già giudicato i coimputati di Sebastiano Cannizzaro.

Il processo a carico di Giuseppina Iacopetta, ritenuta al vertice della cosca dopo l’uccisione del marito, Fortunato Patania, freddato nel settembre 2011 durante la faida con i Piscopisani, dei figli Salvatore, Saverio, Giuseppe, Nazzareno e Bruno Patania, di Andrea Patania, Cosimo e Caterina Caglioti, Nicola Figliuzzi, Cristian Loielo, Alessandro Bartalotta, Francesco Lo Preiato e Ilya Krastev riprenderà invece il 2 marzo prossimo.

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