martedì,Luglio 29 2025

Operazioni abusive di cataratta e bigliettini con le coordinate bancarie ai pazienti dell’intramoenia: le accuse all’oculista arrestato a Catanzaro insieme ad altri medici

Gli interventi sarebbero stati eseguiti anche nel suo studio privato dove aveva allestito una sala operatoria non autorizzata

Operazioni abusive di cataratta e bigliettini con le coordinate bancarie ai pazienti dell’intramoenia: le accuse all’oculista arrestato a Catanzaro insieme ad altri medici

Ai pazienti avrebbe consegnato un bigliettino contenente le coordinate bancarie, quelle della Emmegi Hospital, società di Cosenza, che avrebbe fornito lenti intraoculari per le operazioni «abusive» di cataratta di Marco Scicchitano, oculista dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro, finito ieri agli arresti domiciliari insieme a Maurizio Gigliotti, all’epoca dei fatti legale rappresentante della Emmegi Hospital, e ad Annarita Procopio.

L’alter ego di Scicchitano

Infermiera dipendente dell’azienda ospedaliera ma, secondo il gip che ieri ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di medici, infermieri e dipendenti dell’ufficio Alpi, anche alter ego e longa manus esecutiva di Scicchitano «nella gestione dell’impresa illecita». Avrebbe ricevuto e gestito le prenotazioni, si sarebbe occupata dell’organizzazione dello studio medico dell’oculista aiutandolo nelle prestazioni ambulatoriali e fornendo ai pazienti indicazioni sulle modalità di pagamento, ovvero bonifici in favore della Emmegi Hospital.

«L’impresa illecita»

Marco Scicchitano, autorizzato dall’azienda a svolgere attività intramoenia al di fuori dei locali ospedalieri, avrebbe allestito una sala operatoria «senza autorizzazione» in uno studio eseguendo interventi di cataratta «senza autorizzazione» e incassando dai pazienti il denaro senza emettere ricevuta fiscale e non versando – o almeno non integralmente – i compensi alle casse aziendali.

Le lenti intraoculari

L’acquisto delle lenti intraoculari, propedeutico poi all’intervento di cataratta, avveniva in genere per mezzo della Emmegi Hospital, sarebbero stato lo stesso medico o l’infermiera a fornire ai pazienti specifiche indicazioni in tal senso: le coordinate bancarie dove effettuare il bonifico per l’acquisto di lenti da impiantare poi nello studio privato. Da canto suo, la società cosentina avrebbe riconosciuto all’oculista una “provvigione” variabile di paziente in paziente, accumulata e poi calcolata a compensazione, parziale o totale, sulla fornitura di materiali che il medico avrebbe avuto dalla Emmegi per l’esercizio della professione nei suoi studi privati.

Sistema di false fatturazioni

Per gli investigatori, un presunto meccanismo di false fatturazioni. Gigliotti, rappresentante della società, avrebbe emesso le fatture ai pazienti anziché al medico in tal modo agevolando l’occultamento dei presunti compensi illeciti ottenuto dall’oculista. Tuttavia, non sempre l’approvvigionamento di lenti sarebbero avvenuto attraverso il presunto sistema di false fatturazioni. A volte sarebbero state sottratte all’azienda ospedaliera e alla richiesta dei pazienti di avere la ricevuta fiscale il medico avrebbe fatto credere di acquistarle dalla Emmegi, la quale a fronte dei bonifici avrebbe emesso fatture non per l’acquisto di lenti ma per altri materiali.

Intervento in tempi brevi

Sarebbe stato sempre il medico, dopo aver visitato i pazienti nel suo studio o in ospedale, a prospettare un intervento in forma privata e «in tempi brevi», fornendo indicazioni sul costo e le modalità di pagamento. Gli accertamenti svolti da Finanza e militari del Nas, hanno potuto contare sulle testimonianze di pazienti ma anche su intercettazioni, alcune captate nell’ufficio Alpi aziendale.
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