Ancora un arresto per Giovanni Mancuso, 76 anni, di Limbadi, sorpreso in casa dai militari dell’Arma mentre si intratteneva con due persone gravate da precedenti penali e con i quali non avrebbe potuto avere contatti in forza del regime della sorveglianza speciale per la durata di cinque anni al quale è sottoposto. Sono stati i carabinieri della Stazione di Limbadi diretti nell’occasione dal brigadiere Giovanni pellegrino, nel corso di un servizio di controllo del territorio, a fare “visita” nell’abitazione di Giovanni Mancuso. Una volta entrati in casa, i militari dell’Arma hanno trovato Giovanni Mancuso, sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di dimora e divieto di contatti con persone pregiudicate, in compagnia di due soggetti che da successivi controlli si è accertato essere gravati da precedenti penali.
Da qui l’arresto di Giovanni Mancuso che, in attesa della convalida da parte della magistratura di Vibo Valentia, è stato messo ai “domiciliari”. Mancuso è difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Stilo.
Sempre per violazione della sorveglianza speciale, Giovanni Mancuso – che si trova sulla sedia a rotelle – era stato arresto pure il 23 febbraio scorso. Ma tale arresto era stato poi annullato il 14 marzo dal Tribunale del Riesame di Catanzaro.
Giovanni Mancuso è stato condannato di recente dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia a 9 anni di reclusione per il reato di usura al termine del processo nato dall’operazione denominata “Black money”. Altri 6 anni di reclusione per associazione mafiosa li ha invece rimediati in primo grado a Vibo nel processo nato dall’operazione denominata “Genesi”. Il processo d’appello deve ancora essere celebrato.