giovedì,Marzo 28 2024

La logica illogica degli alberi sacrificati al dio cemento

Mentre dovunque nel mondo la politica si attiva e si applica per la ripiantumazione, nuova forestazione, rispetto e salvaguardia della natura, a Vibo Valentia si taglia indiscriminatamente senza garantire la giusta presenza di alberi, fiori e piante. Stamattina abbattuti nuovi alberi a Vibo Marina.

La logica illogica degli alberi sacrificati al dio cemento

La razzia l’aveva iniziata Nicola D’Agostino. Correva l’anno 2013. Settembre. Era mattina presto quando i potatori ufficiali del Comune di Vibo Valentia, armati di motoseghe e cattive intenzioni, davano seguito all’ordine del sindaco di iniziare ad abbattere la storica e preziosa pineta sul lungomare Colombo a Vibo Marina (foto). Questione di pericolosità e incolumità di passanti e automobilisti. O almeno, tra le motivazioni dell’ordinanza c’erano anche questa. Pochi mesi prima, quei maestosi alberi avevano colpito, a seguito del maltempo, alcune macchine ferme sul corso.

E quindi, un’amministrazione che si rispetti, anziché potare, aggiustare, salvaguardare storia e natura, aveva pensato bene di distruggerli per far posto a delle innocue palme che tutto possono, eccetto ricreare una pineta. Per molti cittadini quei grandi fusti, al di là della innegabile storia, rappresentavano un totem, un’identità. Non dello stesso avviso, evidentemente, D’Agostino che, visti i rapporti privilegiati con le ditte di manutenzione, pareva averci preso gusto a devastare piante e vegetazione sull’altare del dio cemento. Già, perché al posto del verde, l’amministrazione precedente aveva pensato di rimpiazzare un polmone con basole in materiale lavico e altro grigiume. Stessa cosa successa ad un’altra pinetina, sempre a Vibo Marina, ma di fronte alla stazione. Proprio li, dove a parlare questa volta di incolumità e sicurezza veniva solo da ridere, anche la longa manus dell’uomo arrivava per tagliare senza pietà alcuni alberi storici per fare posto ad una riqualificazione di basole con il vuoto assoluto intorno.

Ma, tra le tante aberranti attività contro la natura, ce n’è una che grida ancora più vendetta. Sempre a firma di Nicola D’Agostino. Questa volta ad essere presa di mira, senza nemmeno un confronto con i cittadini, è stata la bellissima pinetina di piazza Annarumma di fronte l’oratorio Don Bosco a Vibo. Un piccolo quadrato verde, nel centro città, con giochi per bambini e svago al sicuro per i genitori. Abbattuta, senza troppe spiegazioni. Abbattuta per lasciare spazio al degrado più assoluto. Passando adesso davanti l’area in questione rimane, per chi ricorda com’era in passato, un senso di smarrimento, di vuoto, di ribrezzo. Girelli capovolti, scivoli buttati, altalene tagliate, rami spezzati. Un campo di battaglia molto “beiruttiano” (foto in basso).

Stamattina, poi, l’opera di abbattimento degli alberi l’ha continuata anche Elio Costa. Molti “alto fusto” di via stazione a Vibo Marina, infatti, sono stati tagliati per far posto ad un nuovo ed ennesimo progetto di riqualificazione urbana che, evidentemente, non prevede manco una quota minima di verde pubblico. Cioè, mentre dovunque nel mondo la politica si attiva e si applica per la ripiantumazione, nuova forestazione, rispetto e salvaguardia della natura, a Vibo Valentia si taglia indiscriminatamente senza garantire la giusta presenza di alberi, fiori e piante. E pensare che se c’è una caratteristica che chiunque ricorda di Vibo Valentia è proprio quella per la quale oggi, quasi come in una legge del contrappasso, la vede invece soccombere.

Ei fu, appunto, giardino sul mare. Adesso è patria di basole e cemento grigio.

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