Violazioni ambientali, denunce a raffica nelle Serre

I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Serra San Bruno hanno deferito all’autorità giudiziaria T. V. R. G., imprenditore boschivo di Brognaturo. A seguito di controlli in località Divise-Furno, dove il denunciato aveva in corso un’utilizzazione boschiva, i militari hanno rilevato una pista di esbosco del materiale legnoso, realizzata in assenza di permesso a costruire e nulla osta paesaggistico ambientale, atteso il vincolo gravante sull’ area, ubicata, altresì, a meno di 150 metri da un corso d’acqua pubblico.

Nel corso degli ultimi giorni, considerevole è stata l’attività mirata al contrasto del fenomeno della gestione illecita ed incontrollata di rifiuti. Nel comune di Brognaturo, a seguito dello smaltimento di rifiuti costituiti da lastre in cemento amianto, i militari hanno deferito due soggetti, rispettivamente il socio unico e l’amministratore delegato di una società con sede in Soverato, per aver proceduto alla rimozione di circa 70 metri quadri di lastre in eternit, poste a copertura del tetto di un fabbricato, il tutto in assenza dell’iscrizione dell’azienda all’albo nazionale dei gestori ambientali e del preventivo piano di sicurezza e della relativa comunicazione all’Asp.

A seguito di un attento monitoraggio dello stato dei luoghi del territorio dei comuni di Serra San Bruno e Spadola, i militari hanno riscontrato una situazione alquanto pregiudizievole per l’ambiente. Diversi cumuli di rifiuti speciali, costituiti da fresato di asfalto, giacevano sul suolo, stoccati in maniera del tutto incontrollata. Dalle indagini espletate  emergeva che tale materiale proveniva dai lavori di scarificazione del vecchio manto stradale della SS 182, della SS 110, effettuati per conto di Anas Spa, nonché dal rifacimento di alcune vie del centro abitato di Serra San Bruno, per conto di Enel Spa. Accertato lo stoccaggio illecito di rifiuti pericolosi e non pericolosi in assenza di titolo autorizzativo, con potenziale inquinamento delle matrici ambientali, suolo ed aria, i militari, coadiuvati da personale del Nipaff di Vibo Valentia, hanno deferito i titolari delle ditte appaltatrici, i rispettivi direttori dei lavori ed i responsabili di cantiere, ponendo sotto sequestro i siti in esame per un totale di circa 400 metri cubi.

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