Incinta e picchiata dal marito. Il capo della Squadra mobile: «Nessuna resterà sola» -Video

Picchia la moglie incinta davanti ai figli e viene salvata dalla Polizia. È successo a Vibo Valentia. Ad allertare gli agenti della Squadra mobile, la figlia piccola della coppia che ha messo fine a una lunga scia di litigi che sarebbe potuta degenerare nel peggiore dei modi. L’aggressore, un uomo di 47 anni di Vibo Valentia, è stato deferito all’autorità giudiziaria e allontanato dalla sua famiglia, mentre la donna in stato di choc è stata trasportata allo Jazzolino e sottoposta ad ecografia che ha accertato le buone condizioni di salute del bimbo che porta in grembo. Le ferite guariranno, non quelle dell’anima.

In aumento i casi di violenza domestica

Un fenomeno, quello della violenza domestica sulle donne, aumentato durante il lockdown a causa dellconvivenza forzata e dell’instabilità del periodo che hanno reso le donne e i loro figli ancora più esposti. Allarmanti i dati Istat, secondo cui solo il 12% delle violenze domestiche viene denunciato. A prevalere è ancora oggi il silenzio delle vittime: «Non bisogna avere paura di denunciare», afferma il capo della Squadra mobile di Vibo Valentia Fabio Di Lella, che invita le vittime a farsi avanti senza remore.

«Nessuna donna viene lasciata sola»

«Nessuna donna viene lascia sola. Anzi – spiega Di Lella – non appena accertiamo l’episodio, scatta il cosiddetto “codice rosso” , un protocollo che coinvolge oltre alle forze dell’ordine anche i centri antiviolenza.  Seguiamo il percorso della vittima sia a livello legislativo che psicologico. «Lo Stato c’è», ribadisce il capo della mobile che ricorda la sera in cui al centralino del 113 è arrivata la chiamata della figlia minorenne della donna incinta: «Abbiamo capito la gravità della situazione. L’abbiamo tranquillizzata e una volante ha raggiunto l’abitazione. La donna è stata trasportata in ospedale mentre gli agenti hanno proceduto ad allontanare il marito, in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria, che ha avviato gli approfondimenti del caso».  Un appello il capo della mobile lo rinnova quindi a tutte le donne: «Capisco le paure, le difficoltà, ma c’è un sistema istituzionale, un cordone di protezione e tutela attorno ad ogni vittima. Mai in nessun momento viene lasciata sola»

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