Da ormai tredici anni si attende giustizia e a gran voce si chiede verità. Era fine ottobre del 2012 quando Filippo Ceravolo, diciannovenne di Soriano, venne ucciso per un errore in un agguato di 'ndrangheta. Vittima innocente della criminalità organizzata, colpevole solamente di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. A pochi giorni dall’anniversario della sua morte (il 25 ottobre) nella mattinata odierna, all'interno della sala consiliare del comune di Soriano Calabro si è tenuto un incontro per ricordare proprio il giovane davanti agli studenti dell'Istituto comprensivo Acquaro-Soriano.

I presenti

All'evento, moderato dalla consigliera Luciana Varì, oltre al sindaco Antonino De Nardo, a Martino Ceravolo e ad alcune delegazioni delle forze dell'ordine, erano presenti: Luigi Fusaro, docente di diritto privato all'Università di Brescia; don Salvatore Randazzo, presidente dell'associazione don Pino Puglisi; Maria Francesca Durante, dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo Acquaro-Soriano; Angela Pezzimenti, presidente della Camera Civile di Vibo; Titti Rando, presidente del Comitato Dante Alighieri di Tropea.

La vicinanza dell'amministrazione

Pretende giustizia, a nome di tutta la comunità innanzitutto il primo cittadino sorianese De Nardo: «Questo evento rappresenta una ricorrenza particolare perché andiamo a rivivere un dolore che è caratterizzato dalla scomparsa di Filippo Ceravolo, vittima innocente di mafia. Questo evento, però, non deve trasformarsi in una semplice celebrazione ma in un forte grido di memoria in modo che lo stesso Filippo possa essere una luce di speranza per la comunità tutta».
Una verità che ancora non c'è: «Il tema di giustizia - continua De Nardo - è molto complicato. Sappiamo che ci sono delle indagini in corso e che vanno avanti in modo peculiare e noi siamo pienamente fiduciosi nella magistratura, ma è tempo che diano delle risposte concrete. La mia giunta si è insediata da circa un anno, e posso dire di aver avuto modo di confrontarmi con le istituzioni del territorio come forze dell'ordine e Prefettura e sono sempre stati totalmente disponibili in ogni nostra necessità, ma adesso serve concretezza. Da tredici anni, inoltre, la comunità è sempre stata vicina alla famiglia Ceravolo incitandola ad andare avanti».
Significativo anche l'intervento di Luciana Varì: «La memoria è un'arma profonda. Oggi ricordiamo il dolore nel tempo perché non vogliamo riprovare ferite che ci sono state già inferte. Oggi onoriamo al memoria di Filippo e far sì che ciò che è accaduto a lui non accada più. Lui non conosceva il male, ma l'ha dovuto vive in prima persona. Siamo qui dunque affinché la memoria tracci dei passi, ma solo insieme possiamo arrivare alla meta. Abbiamo fiducia nelle istituzioni e nella giustizia».

Il dolore della famiglia

È un dolore lancinante quello che affligge la famiglia Ceravolo, con papà Martino che non smette di chiedere quella verità che ancora manca: «Sono deluso perché la mia famiglia è distrutta e, se sono qui oggi, è solo per questi ragazzi perché non voglio più vedere bare bianche. Lo Stato attualmente non ha dato certezza della pena e quando siamo stati a Roma, qualche mese fa, insieme a don Ciotti e alle famiglie delle vittime di mafia di Sicilia e Calabria, abbiamo chiesto di dare priorità a questi omicidi ma non ci è stata data risposta. Se questa risposta non arriverà, noi torneremo a Roma per una protesta pacifica. Quanto a Filippo, aveva lasciato la scuola per lavorare insieme a suo padre. Quella sera, dopo aver giocato a calcio con gli amici, voleva solo andare dalla sua ragazza ma è finito in mezzo a una guerra sanguinosa. Vedere mio figlio in una barella e poi ricevere quella brutta notizia è stato sconvolgente. Non è facile vedere quella sedia vuota in ogni evento di famiglia, che sia Natale o altro. Chiedo giustizia».

Quale goccia vogliamo essere?

Di forte impatto anche l'intervento della dirigente scolastica dell'IC Acquaro-Soriano, Maria Francesca Durante: «Diciamo che è quasi un obbligo morale quello di far conoscere agli studenti quale è la verità. Esistono situazioni difficili da gestire, ma abbiamo il diritto di conoscere per comprendere e soprattutto imparare a dire di no che ci aiutano a crescere e che ci consentono ogni giorno di scegliere da che parte stare. Ognuno di noi intraprende un percorso che sia di studio o di lavoro e vivere serenamente in comunità, ma non bisogna mai chiedere favori perché poi ci dobbiamo mettere nella controparte. Quali sono le conseguenze di questi favori? Ogni giorno è una piccola scelta, come una piccola goccia che se sommata alle altre forma il mare. Adesso, il mare può sia salvare che distruggere, noi quale goccia vogliamo essere?».