Nulla da fare per le lettere spedite da Rebibbia dal boss di Filandari, Leone Soriano, 59 anni, recluso in regime di carcere duro (articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario) per come deciso dal Ministero della Giustizia. La Cassazione ha infatti respinto, dichiarandolo inammissibile, il ricorso di Leone Soriano avverso la decisione del gennaio scorso adottata dal Tribunale di Catanzaro. Per la Suprema Corte va confermata l’ordinanza dei giudici calabresi che hanno avvallato il trattenimento della corrispondenza del detenuto Leone Soriano, inviata alla moglie Rosetta Lopreiato (sotto processo in appello per l’operazione Nemea), disposto dal presidente del Tribunale in sede. La Cassazione sottolinea infatti che il ricorso è stato presentato personalmente da Leone Soriano senza essere sottoscritto da alcun difensore, procedura inammissibile dall’entrata in vigore della legge n.103 del 23 giugno 2017. Valutati poi i profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, Leone Soriano è stato condannato anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Con altra e diversa ordinanza la Cassazione ha poi dichiarato inammissibile pure un ulteriore ricorso presentato da Leone Soriano avverso un provvedimento adottato il 6 dicembre 2024 dal gip del Tribunale di Roma in un procedimento penale che vede indagato il 59enne di Filandari per il reato di calunnia. In tale caso Leone Soriano aveva proposto istanza di rimessione del processo ad altra sede giudiziaria, “avendo fondati motivi di sospetto sull'imparzialità del giudice”. Per la Suprema Corte, tuttavia, la situazione di “pregiudizio paventata a sostegno della rimessione non è, a tutta evidenza, sufficiente a giustificare deroghe al principio del giudice naturale precostituito per legge, poiché non emergono ostacoli al corretto e sereno svolgimento del giudizio nella sua sede naturale”. Pure in questo caso Leone Soriano è stato condannato al pagamento di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Leone Soriano sta scontando una condanna definitiva a 20 anni di reclusione rimediata a seguito delle operazioni Nemea e Rinascita Scott.