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A pochi giorni dalla scadenza — fissata per il 3 settembre 2025 — per la presentazione di osservazioni alla richiesta da parte di Meridionale Petroli per il rinnovo ventennale della concessione demaniale sull’area portuale di Vibo Marina, si inserisce l’iniziativa dell’architetto vibonese Cesella Gelanzé, che ha promosso una petizione sul portale Change.org. Firmata finora da 128 persone, la richiesta è chiara: delocalizzare i depositi costieri in un’area industriale, mantenendo la struttura ma preservando la vocazione turistica della città.
Nel testo della petizione, Gelanzé si rivolge ai candidati alla Presidenza della Regione Calabria: «Abbandoniamo i formalismi. Da calabrese a calabrese, con cordialità risoluta, rivolgiamo a Voi un’esortazione il cui destino sta per decidersi». La promotrice descrive il contrasto tra la bellezza del paesaggio e l’impatto degli impianti: «Percorrendo la strada che da Vibo città scende verso la marina o quella che si presenta al viaggiatore di rientro da una gita in motonave, la vista è incantevole. Purtroppo lo specchio di mare accoglie il riflesso dei mostri che deturpano quello che altrove sarebbe stato il fulcro dello sviluppo economico».
Secondo Gelanzé, «scelte miopi hanno permesso la localizzazione dei depositi in un’area che avrebbe potuto ospitare altre strutture, attrattive e di completamento alla bellezza del luogo». Oggi, sostiene, esiste la possibilità di invertire la rotta: «Pur mantenendo la struttura, ma delocalizzandola poco distante, in un’area dalla vocazione industriale, si può restituire all’uomo quello che la natura gli ha donato e suoi simili hanno deturpato».
La petizione chiede che non venga concessa una proroga ventennale: «Nel rispetto dell’attuale offerta occupazionale, che anzi potrebbe espandersi, chiediamo invece una concessione triennale che consenta il trasferimento nei tempi necessari, essendo stata già individuata l’area idonea».
Al centro, il ruolo della Regione: «Punto focale della nostra richiesta è il suo contributo, perché le esigenze occupazionali del territorio e quelle legate al turismo, di cui già tutta la Costa degli Dei è protagonista, lo richiedono». Tra le soluzioni proposte, anche quella di un sostegno finanziario: «Le modalità potrebbero comprendere l’assorbimento di parte delle spese del trasferimento, facendo ricorso alle accise prodotte dall’attività industriale negli anni e versate all’Ente Regione».
Il testo si chiude con un appello: «È il canto del cigno di una città a cui non manca l’attrattiva dei luoghi da cartolina, non manca l’operosità delle sue donne e dei suoi uomini più intraprendenti, non mancano la tenacia e il desiderio di riemergere. È un tassello fondamentale che attende di essere riempito: la volontà politica della sua gente».

