Una ferita che è rimasta aperta, dolorante, nel cuore di un paese intero da quel lontano 25 ottobre del 2012, quando Filippo Ceravolo perse la sua innocente vita in un attentato di ‘ndrangheta, con l’unica colpa di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un dolore ancora vivo e lancinante che tocca non solo la comunità di Soriano ma tutta la provincia e la regione. Esiste sempre però un piccolo nascondiglio dove si custodiscono le cose più preziose che noi possediamo, ed è proprio da quel posto che nessuno le porterà mai via. Ci saranno probabilmente giorni accompagnati da una leggera brezza di vento che sfiorerà il viso di tutte quelle persone e soprattutto della famiglia Ceravolo che, ormai da tempo, convive con un dolore insostenibile. Ieri, 4 maggio, Filippo avrebbe compiuto 32 anni. Lo si è voluto ricordare davanti la sua tomba, alla presenza della sua famiglia, dell’Amministrazione comunale di Soriano guidata dal sindaco Antonino De Nardo, del sindaco di Gerocarne Pasquale Vivona, del parroco don Pino Sergi, del vescovo Attilio Nostro e una parte della comunità sorianese.

Il dolore di papà Martino e le parole del vescovo

Non si placa, e forse mai si placherà, il dolore e la rabbia di papà Martino: «Non è giusto che si perda un figlio così, non vogliamo essere simboli ma cerchiamo di innescare un cambiamento vero. Ci sono stati tanti omicidi e ogni ragazzo può essere sempre un altro Filippo. Noi potremmo anche stare nel nostro silenzio e nel nostro dolore, ma preferiamo fare la nostra parte affinché non si vedano più bare bianche come quella di Filippo. Da ormai 13 anni non abbiamo ancora giustizia. Qui i veri condannati all’ergastolo siamo noi. Pretendiamo risultati dalle forze dell’ordine e dalla magistratura».

Grida giustizia anche il vescovo Attilio Nostro: «Questa storia ci racconta che da soli possiamo fare ben poco e dobbiamo lavorare tutti quanti insieme, e tutti nella stessa direzione. Questo vale per la società civile ma vale anche per gli organi investigativi, per le famiglie, per le scuole e per tutti noi. Tutti insieme possiamo arrivare alla verità, ed è ora che questa verità emerga».

Le parole dei sindaci De Nardo e Vivona

Presente alla cerimonia, insieme a buona parte dell’amministrazione, anche il sindaco di Soriano, Antonino De Nardo che ha posato un mazzo di fiori, a nome di tutta la giunta, sulla tomba di Filippo: «Siamo frastornati a trovarci qui in questo giorno, sapendo che Filippo e la sua famiglia non hanno trovato giustizia. Io penso che lo Stato dovrebbe impegnarsi maggiormente per assicurare i colpevoli alla Giustizia. Martino Ceravolo e la sua famiglia hanno lottato e stanno lottando da tredici anni in modo serrato per ottenere questa giustizia. Da tanti anni cerchiamo di supportare in tutti i modi la famiglia Ceravolo, sensibilizzando anche la nostra comunità al valore della legalità».

Il primo cittadino, inoltre, ha ribadito un concetto più volte esternato: «Soriano non è un paese mafioso. Con questo non voglio dire che in paese non esiste la criminalità organizzata. Dal giorno in cui ci siamo insediati abbiamo fatto di tutto per sensibilizzare alla legalità e al rispetto della giustizia. Abbiamo lanciato un seme di speranza e spero che germogli».

Un giorno, questo, che forse è stato ancora più coinvolgente ed emozionante per Pasquale Vivona, sindaco di Gerocarne, che conosceva molto bene Filippo: «Non solo siamo stati compagni di scuola dalla prima elementare fino alla terza media, ma siamo nati anche lo stesso giorno, poiché anche io compio 32 anni il 4 maggio e dunque per me questo è un giorno particolare. Quando eravamo ragazzi festeggiavamo insieme il compleanno e trascorrevamo la giornata in parte da me e poi da lui. Quel giorno di ottobre io ero fuori per lavoro e la notizia della sua morte è stata per me un colpo al cuore. Ora siamo tutti uniti con la famiglia e siamo qui a ricordarlo a 13 anni dalla sua scomparsa. Mi auguro che dopo tanto tempo si arrivi finalmente alla verità per dare pace a Filippo e alla sua famiglia».

Il messaggio della consigliera Varì

Tra quelli che conoscevano molto bene Filippo c’è anche la consigliera comunale Luciana Varì: «Questo è un giorno importante per onorare la memoria di Filippo e allo stesso tempo lanciare un messaggio di legalità e ricerca della giustizia alle nuove generazioni. Io Filippo l’ho visto crescere e scorrazzare con il motorino. Ho un ricordo molto forte che mi lega a lui. La famiglia Ceravolo sta lottando non solo per Filippo ma per tutte le vittime innocenti di mafia. Da insegnante ho il dovere di diffondere questi concetti e dunque parlo spesso ai miei studenti della storia di Filippo. Oggi alcuni di loro sono presenti e hanno scritto delle loro riflessioni piene di sincerità. Come diceva papa Francesco, non dobbiamo mai farci rubare la speranza ma dobbiamo praticare il bene».
Molto toccante, infine, è stato anche il momento in cui alcune alunne della scuola media di Soriano, presenti alla cerimonia, hanno letto i loro genuini pensieri in ricordo di Fillippo.