Dopo la denuncia a Il Vibonese un ex maresciallo dei carabinieri riesce a ottenere gli stalli ma la mancanza di segnaletica orizzontale induce chiunque abbia il tagliando per i disabili ad occupare il suo parcheggio
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Sembrava un lieto fine per una piccola, grande questione di civiltà e amministrazione pubblica, e invece siamo quasi punto e accapo. Questo l’antefatto: Roberto Basile, maresciallo dei carabinieri in congedo e invalido civile al 100%, aveva richiesto uno stallo per disabili accanto alla sua abitazione a Tropea. Dopo una vana attesa di 4 mesi e il pagamento di 80 euro (più 16 di marca da bollo), così come gli era stato chiesto, si è rivolto a Il Vibonese per denunciare il mancato rispetto di un suo diritto. Giusto il tempo di pubblicare il relativo articolo sul nostro giornale, che la Polizia municipale di Tropea lo ha contattato annunciandogli che nelle ore successive avrebbe provveduto a delimitare l’area di sosta richiesta.
Dunque, poteva finire qui, con un cittadino soddisfatto e un’amministrazione comunale che aveva dato prova di reattività e sensibilità al problema. Invece, nonostante siano state tracciate le linee gialle che delimitano l’area di sosta, manca ancora la segnaletica verticale che indica il numero di concessione a favore dell’ex carabiniere.
«Così - racconta Basile - chiunque abbia il contrassegno disabili non vedendo nessun avviso relativo al fatto che quel posto è assegnato in concessione, si parcheggia al posto che mi è stato assegnato».
Come se non bastasse, puntuale arriva anche la beffa: gli 80 euro versati per la richiesta della concessione non dovevano essere pagati. È sempre Basile che racconta: «La mattina del 5 ottobre sono stato contattato da una vigilessa la quale, riferendomi dell’ennesimo errore commesso, mi ha chiesto il mio codice Iban per effettuare il rimborso degli 80 euro versati il 14 maggio scorso. Questo perché, mi ha spiegato, essendo disabile al 100% non avrei dovuto pagare alcunché».
Ma non è finita qui: «Ho provveduto a comunicare il mio Iban, venendo rassicurato sul fatto che avrebbero provveduto immediatamente al rimborso. Sempre quella stessa mattina, qualche ora più tardi, sono stato contattato da un altro vigile con la stessa richiesta: comunicare il mio Iban. Cosa che ho fatto per la seconda volta in poche ore. Risultato? Sono passati 10 giorni e sul mio conto gli 80 euro non sono ancora stati accreditati, nonostante ci abbaino messo ben 5 mesi per accorgersi che questi soldi non avrei dovuto mai versarli».


