Passo avanti decisivo per il riutilizzo sociale dell’appartamento confiscato al clan La Rosa e situato in viale Tondo, bene entrato nel patrimonio indisponibile del Comune in seguito all’operazione “Odissea” della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nel 2007. La Commissione straordinaria che amministra l’Ente sciolto per infiltrazione mafiosa il 23 aprile 2024, ha infatti approvato la direttiva necessaria a procedere con l’assegnazione dell’immobile destinato a diventare una casa per donne vittime di violenza e i loro figli. Il provvedimento rappresenta l’ultimo passaggio amministrativo dopo un percorso iniziato più di dieci anni fa. Il primo interesse del Comune ad acquisire i beni sottratti al clan infatti era stato manifestato nel 2013 sotto la guida dell’allora sindaco Gaetano Vallone, successivamente sollecitato dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati (Anbsc) nel 2014. Con una delibera del luglio 2015, l’Amministrazione confermò l’intenzione di acquisizione tramite la piattaforma “Openregio”, formalizzata poi nella Conferenza dei servizi convocata dall’Anbsc nell’ottobre 2015.

In quell’occasione furono indicate anche le possibili destinazioni d’uso degli altri beni sottratti alla cosca egemone: il fabbricato e il terreno di contrada San Franceschiello per una nuova caserma dei Carabinieri; il terreno in contrada Paola come parcheggio pubblico e area di ammassamento per la Protezione civile; gli immobili di viale Tondo — tra cui l’appartamento oggi oggetto di delibera — da destinare a finalità sociali, territoriali e culturali; e l’ex negozio “Onix”, i cui arredi furono assegnati alla Casa di accoglienza “Don Mottola”.

Il progetto specifico per l’appartamento di viale Tondo è stato poi selezionato nell’ambito del Pnrr – Missione 5, finalizzato alla valorizzazione dei beni confiscati. L’intervento di riconversione, dichiarato concluso lo scorso aprile con il certificato di regolare esecuzione, ha permesso di trasformare l’alloggio in una struttura protetta per donne vittime di violenza e per i loro figli. La futura struttura garantirà alloggio sicuro, anonimato e supporto primario alle donne e ai minori ospitati, con percorsi personalizzati e gratuiti. «Alta finalità sociale», viene definita nella delibera questa assegnazione conclusa, che trae così compimento un lungo iter amministrativo e giudiziario, restituendo alla comunità un immobile un tempo simbolo del potere criminale e ora destinato a sostegno delle persone più fragili.