L’auspicio dei residenti affinché si possa tornare a fruire dell’area verde. Qualcuno propone anche di intitolare uno spazio al bambino schiacciato da una trave nell’area fitness a inizio settembre. Intanto anche al Parco delle Rimembranze i vecchi giochi sono stati rimossi mentre l’ingresso della Villa comunale resta sbarrato
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Continua a rimanere chiuso al pubblico il Parco Urbano di Vibo Valentia, a quasi due mesi dalla tragedia che ha scosso l’intera comunità: la morte di Francesco Mirabelli, il bimbo di tre anni e mezzo rimasto schiacciato da una trave nell’area fitness. Era il 5 settembre. All’indomani dell’incidente, il Comune aveva disposto la chiusura immediata del parco in attesa delle indagini della magistratura e delle verifiche sulla sicurezza delle strutture. Da allora, i cancelli sono rimasti serrati.
Davanti all’ingresso, i fiori ormai rinsecchiti e i messaggi sbiaditi testimoniano il dolore e la commozione dei cittadini. All’interno, nell’area dove si è consumata la tragedia, si intravedono ancora le transenne che delimitano la zona. Un residente della zona racconta: «Speriamo che presto possa riaprire perché è uno sfogo per tutti i cittadini. Che presto si possa rimettere in sicurezza per dare la possibilità a tutti di poter trascorrere giornate all’aria aperta. Anche perché non ci sono altri parchi aperti».
Sull’onda della tragedia, in molti hanno invocato maggiori controlli e più sicurezza nelle aree verdi della città. Le segnalazioni hanno riguardato anche altri spazi pubblici: la Villa Comunale, ad esempio, è stata chiusa per la presenza di un ramo pericolante e di giochi considerati a rischio per i bambini. Al Parco delle Rimembranze i vecchi giochi sono stati rimossi, ma poco più avanti c’è un’area giochi ancora integra e utilizzabile.
Un’altra zona dove i bambini possono giocare è quella di Piazza Annarumma: qui un lato dell’ingresso è chiuso con un lucchetto, probabilmente per motivi di sicurezza, ma dal lato opposto l’accesso resta libero. Il parchetto, tuttavia, si trova a ridosso di una strada trafficata.
Proprio al Parco delle Rimembranze incontriamo una donna che porta a spasso il suo cagnolino: «È l’unico posto rimasto per noi», dice. Sulla tragedia del Parco Urbano aggiunge: «Ci dispiace di tutto quello che è successo. Però è giusto che adesso ritorni anche alla cittadinanza. Del Parco Urbano ho sentito dire che forse non lo riapriranno più, ma c’è anche chi dice che sarebbe giusto riaprirlo. Io penso che non avrebbe molto senso non riaprirlo più. Magari si può dedicare un’area al bimbo che purtroppo ha perso la vita, o comunque migliorare le cose. Perché chiudere i parchi non risolve nulla. Né togliere i giochi. Bisogna rendere tutto più sicuro».
Poi aggiunge con amarezza: «I bambini sono bambini e fanno i bambini. Ci sarà sempre chi si fa male, ma non si può rischiare la vita per qualcosa che anche un adulto avrebbe potuto trovare pericoloso. In quelle condizioni non si può aprire un parco. Non bisogna nascondere i problemi sotto il tappeto. Non ha senso».





