L’Associazione Argo denuncia un nuovo atto di crudeltà contro gli animali: «Due cani morti, uno in fin di vita. Chi ha compiuto questa atrocità deve essere trovato»
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Tragedia e indignazione in città per la morte dei cani del monumento di Nicholas Green, avvelenati da ignoti nei giorni scorsi. A denunciare il gesto atroce è stata l’Associazione Argo di Vibo Valentia, impegnata da anni nella tutela degli animali randagi e nella promozione di una convivenza civile tra cittadini e cani di strada.
Gli animali, conosciuti e accuditi da molti residenti, vivevano nei pressi del monumento dedicato al piccolo Nicholas Green, simbolo di innocenza e speranza. Erano diventati una presenza familiare per chi frequentava la zona: nutriti, curati, sottoposti regolarmente a trattamenti antiparassitari e spesso accompagnati in passeggiata dai volontari o da cittadini amanti degli animali.
«Erano cani buoni, amati da tanti – scrive Argo in una nota –. A volte sparpagliavano qualche sacchetto di spazzatura, ma solo perché i rifiuti erano lasciati sul marciapiede e non negli appositi contenitori. In realtà, svolgevano anche un’importante funzione: tenevano lontani i cinghiali che spesso si avvicinano a quella zona».
Nonostante questo equilibrio fragile ma pacifico, qualcuno ha deciso di gettare del veleno, causando la morte di due dei tre cani. Il terzo, soccorso e portato in clinica, non ce l’ha fatta. «Inutile ogni tentativo di salvataggio – prosegue la nota –. Ora ci impegneremo a recuperare quanto prima l’ultimo rimasto».
L’associazione ha già sporto denuncia alle autorità competenti, sottolineando che l’area è dotata di diverse telecamere di sorveglianza. Si spera che le immagini possano aiutare a individuare il responsabile o i responsabili di questo atto di inaudita violenza.
«È l’ennesima prova – denuncia Argo – di quanto l’umanità abbia fallito. La grandezza di una nazione, diceva Gandhi, si misura da come tratta i suoi animali. Ebbene, davanti a simili episodi, non possiamo che vergognarci».
La morte dei cani del monumento ha suscitato profondo dolore e rabbia tra i cittadini vibonesi, molti dei quali si sono stretti attorno ai volontari dell’associazione, chiedendo giustizia e maggiori controlli contro gli avvelenamenti, una piaga purtroppo ancora diffusa in Calabria.
«Non ci fermeremo - conclude Argo -. Continueremo a lottare perché la vita di questi animali non venga dimenticata e perché simili atrocità non restino impunite».


