Il sottopasso c’è ma non si vede. E non lo vede nessuno, neppure Google Maps. Assume contorni grotteschi il mancato utilizzo del sottopasso di Vibo Marina, che per quasi quindici anni ha promesso, una volta che fosse stato realizzato, di decongestionare il traffico estivo nella frazione marina della città capoluogo. Ora che c’è, però, i risultati in termini di minor traffico e una migliore viabilità tardano ad arrivare.

I motivi sono sostanzialmente due: una segnaletica verticale e orizzontale errata o insufficiente e l’assenza dell’infrastruttura nei navigatori satellitari. Così, assicura chi ci ha provato, se inserisci destinazioni che dovrebbero utilizzare il sottopasso per essere raggiunte, le app, a cominciare dalla più usata, Google Maps, ti restituiscono un percorso che non prevede il transito sotto il nuovo viadotto ferroviario. Il risultato è un sottopasso fantasma che, così, serve a ben poco.

Da quando è stato finalmente aperto al transito delle auto, il 24 giugno scorso, infatti, i veicoli che lo usano si contano in poche decine e il flusso veicolare in entrata e in uscita da Vibo Marina continua a concentrarsi nei punti di accesso storici.

Ma le problematiche non riguardano solo le auto. Anche i pedoni se la passano male, soprattutto se hanno difficoltà di deambulazione o magari spingono un passeggino. Lungo i passaggi pedonali, infatti, sono disseminati tombini rialzati che mettono a rischio l’incolumità dei più distratti, rendendo quasi impossibile il passaggio di una sedia a rotelle. L’assenza di pavimentazione, infatti, fa risaltare per circa 10 centimetri, forse più, i tombini che riempiono quasi per intero la zona calpestabile.

Problematiche che dopo 13 anni d’attesa, tanto si è dovuto aspettare per vedere il famigerato sottopasso aperto, pregiudicano per l’ennesima estate l’uso di una infrastruttura attesa da tempo immemorabile.