Tutti gli articoli di Cronaca
«Siamo a meno di trecento metri dal centro di Vibo Marina, dal porto, dal lungomare e guardate intorno: degrado totale, abbandono. È da anni che lo denunciamo». Non usa mezzi termini Mino De Pinto, commissario cittadino della Lega, che traccia un quadro crudo ma realistico dello stato della frazione costiera vibonese. E in effetti basta guardarsi attorno per capire perché: capannoni arrugginiti e abbandonati, erbacce che invadono i marciapiedi e spesso anche la carreggiata, rifiuti sparsi lungo i bordi delle strade. Un degrado che non si può ignorare, sotto gli occhi di tutti, soprattutto in quelle aree che un tempo ospitavano attività produttive fondamentali per l’economia del territorio.
De Pinto punta poi il dito sulla zona Pennello, una delle aree più trascurate della marina vibonese, da decenni segnata dall’abusivismo edilizio: «È incredibile che dopo quarant’anni, forse cinquanta, questa zona non sia ancora stata regolamentata. Eppure – sottolinea – ci sarebbe tutto lo spazio per un piano urbanistico serio, per un vero recupero».
Per De Pinto, non è più il tempo di rimandare o attribuire responsabilità: «Non si può andare avanti dando sempre la colpa a chi c’era prima o aspettando chi verrà. Così non si costruisce nulla. E poi, diciamocelo: non si può parlare di turismo se non siamo nemmeno in grado di garantire un minimo di decoro e servizi. È inutile fare appelli se poi non si fa nulla di concreto».
Tra le questioni aperte c’è anche quella dei depositi costieri di Meridionale Petroli, al centro del dibattito sulla possibile delocalizzazione. «Se ne parla da tempo – ricorda De Pinto – ma ora l’amministrazione attuale ha cercato di riportare il tema al centro. Il punto è che quei depositi portano un’enorme quantità di accise che vanno a finire nel bilancio pubblico. Una risorsa per la Calabria, che però non è mai stata usata in modo diretto per questo territorio».
E proprio su questo insiste: «Ben venga sognare una Vibo Marina piena di grattacieli, di sviluppo, ma prima servono i progetti veri, le risorse, e soprattutto bisogna capire chi si occupa delle bonifiche. Perché finché parliamo solo di propaganda elettorale non si va da nessuna parte. Qui serve presenza, partecipazione, lavoro di squadra con commercianti, associazioni di categoria. Basta parole».
Intanto, sul fronte dei servizi, la situazione – spiega il commissario cittadino della Lega – è sempre la stessa. «Ogni estate si ripetono i soliti problemi. E siamo solo a fine luglio: l’acqua già scarseggia, non ci sono parcheggi, mancano le navette per raggiungere le stazioni. Manca tutto. Ma proprio tutto».
Il rischio, secondo De Pinto, è che anche i depositi costieri finiscano nel dimenticatoio, proprio come è accaduto al cementificio Italcementi. «Quella struttura è ferma dal 2012. Si sperava in una bonifica, in un nuovo progetto. Invece niente. È lì, in abbandono da anni. Se non facciamo le cose per bene, succederà la stessa cosa anche ai depositi: chiusi, inutilizzati e lasciati marcire, con la bonifica sulle spalle di tutti. Ma non si può aspettare che sia la Regione a occuparsene: sono i privati che dovrebbero bonificare con la dismissione dei siti».
E intanto il territorio resta disseminato di strutture fantasma: ex CGR, ex Saima, ex Tonno Nostromo, ex Gaslini, pezzi di storia industriale che oggi sono solo vuoti urbani, simboli di un’occasione mancata. «Vibo Marina potrebbe ancora dire la sua, anche sul fronte turistico – conclude De Pinto – ma per farlo, serve cambiare drasticamente passo. E farlo subito».
