giovedì,Aprile 25 2024

Il movimento CulturaIdentità mette radici anche a Vibo Valentia

Alla presentazione prenderanno parte anche il fondatore Edoardo Sylos Labini e lo scrittore e giornalista Nino Spirlì

Il movimento CulturaIdentità mette radici anche a Vibo Valentia

Manca poco ormai al battesimo ufficiale a Vibo Valentia di CulturaIdentità, il movimento fondato lo scorso anno a Milano dall’autore, regista ed editore Edoardo Sylos Labini, che sarà presente alla cerimonia di presentazione che si terrà giovedì 11 luglio alle ore 18.30 al 501 Hotel. Oltre al presidente nazionale, ci sarà anche lo scrittore, autore del romanzo “Diario di una Vecchia Checca”, Nino Spirlì, che attualmente scrive per Il Giornale. All’evento vibonese porteranno il loro saluto il sindaco Maria Limardo, il senatore Giuseppe Mangialavori e il consigliere regionale Fausto Orsomarso. La prima uscita pubblica in città sarà coordinata da Pasquale La Gamba, responsabile provinciale di CI. Previsti inoltre gli interventi di Giuseppe Bombino (responsabile Reggio Calabria), di Elsa Ruscio, Vincenzo Montagnase e Antonio Carnovale, responsabili delle tre aree di CI nella provincia di Vibo.

CulturaIdentità, fondata nel febbraio 2018 al teatro Manzoni di Milano, raccoglie migliaia di adesioni in tutta Italia, di cittadini comuni, giornalisti, scrittori, attori ed anche importanti associazioni territoriali. «Sostiene tutte quelle iniziative – si legge nella nota stampa – che non si riconoscono in quelle conformiste sostenute dalle lobby radical chic e dalla globalizzazione dei cervelli. Si batte per l’apertura gratuita dei musei lasciando l’arte libera da vincoli fiscali, educando i giovani alla bellezza, all’arte, alla musica e alla lingua italiana come espressione di un canone eterno. Invita gli amministratori della cosa pubblica a farsene carico e veicolo, rendendo obbligatorie fin dalla scuola materna le materie artistiche. Rilanciando il valore artistico oltre ogni economicismo e favorendo il ritorno in Patria degli intelletti italiani dispersi all’estero per costrizioni economiche».

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