Nessuna violazione della sorveglianza, assolto a Vibo il boss Luigi Mancuso
La misura di prevenzione non poteva essere irrogata mancando la rivalutazione della pericolosità sociale dopo la scarcerazione del luglio 2012
Il Tribunale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Luca Bertola, ha assolto il boss Luigi Mancuso, 71 anni, di Limbadi, in ordine al reato di violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Luigi Mancuso in data 26 giugno 2014 si era reso irreperibile per quasi tre anni e precisamente fino al 12 agosto 2017 quando è stato arrestato in compagnia di pregiudicati nel comune di Nicotera. Nella contestazione, per la quale si è oggi registrata l’assoluzione perché il fatto non sussiste, si faceva riferimento a plurime violazioni della sorveglianza speciale dal gennaio 2016 al dicembre 2017 (in alcune occasioni frequentando anche il nipote Giuseppe Mancuso e Gaetano Molino). Assistito dagli avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese, la difesa di Luigi Mancuso ha fatto valere dinanzi al Tribunale la mancata rivalutazione della pericolosità sociale necessaria per poter irrogare la sorveglianza speciale al proprio assistito una volta terminato lo stato detentivo (nel luglio del 2012 dopo 19 anni di ininterrotta detenzione a seguito delle condanne rimediate nei processi “Tirreno” e “Count down”). Da qui l’assoluzione perché il fatto non sussiste decisa dal Tribunale. Attualmente Luigi Mancuso si trova detenuto in carcere, in quanto coinvolto e condannato in primo grado nel processo Rinascita Scott (riunito per la sua posizione a Petrol Mafie) a 30 anni di reclusione per associazione mafiosa. E’ in corso il giudizio d’appello.
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