Una veduta su Pizzo
Aggrappata alle pendici del Monte Mancuso, a poca distanza da Catanzaro e Lamezia Terme, Nocera Terinese si estende su un piccolo promontorio, alla confluenza dei torrenti Grande e Rivale, che dolcemente digrada dal monte verso il mar Tirreno. Il più antico agglomerato del borgo è il rione Motta, in posizione elevata e circondato dal cosiddetto fosso cupo, nonché munito di due torri di guardia, di cui una ancora esistente, “U turrazzu”. Qui sorge la prima Chiesa di Nocera, Santa Maria della Pietà: piccola e graziosa, nota ai più per l’interessante iconografia del vecchio portale ligneo in cui sono scolpite numerose effigi, come la sirena bicaudata, i putti e alcuni simboli liturgici quali la conchiglia e i grappoli d’uva. Passeggiando per le strette vie del paese, si giunge nella piazza principale dove sorge la Chiesa Madre di San Giovanni Battista, con la stupenda cupola ricoperta da grigiole a due colori e gli affreschi di F. Colelli. Nei pressi si trovano l’austera Chiesa di San Martino o dei morti, la Chiesa di San Francesco, che conserva elementi decorativi arabo-normanni e rinascimentali, e la Chiesa dell’Annunziata, con la statua lignea della Pietà.
Sulla sommità della collina sorge il Convento dei Cappuccini, nato dalla trasformazione di un antico fortilizio normanno. Qui, durante le Giornate Fai sarà allestita una mostra sulla flagellazione rituale con il cardo dei Vattienti e accreditati studiosi, tra cui l’antropologo Vito Teti, ne spiegheranno origini e significato. Inoltre, in collaborazione con il Conservatorio Tchaikovskij, gli studenti si esibiranno con i loro strumenti tradizionali. Domenica 23 dalle ore 10 alle 13 gli iscritti Fai o chi si iscrive in loco potranno visitare Palazzo Ventura. Infine, si potrà partecipare alla passeggiata naturalistica “dei cinque mulini”, un percorso lungo il fiume Grande dove osservare i resti dei mulini ad acqua e la flora e la fauna tipiche del luogo.