Si terrà domenica 11 maggio, alle ore 17.30, nei locali del Centro di aggregazione sociale “L’anello mancante” di San Gregorio d’Ippona, la presentazione del libro “I quaderni di Nonna Pina” di Maria Antonia Silvaggio, un volume che raccoglie, con meticolosa attenzione e con profondità, racconti, testimonianze, memorie del vissuto personale e di comunità e delle tradizioni popolari più diffuse in Calabria e nel Vibonese. All’incontro, moderato dalla delegata alla Cultura del Comune di San Gregorio, oltre all’autrice, interverranno il sindaco Pasquale Farfaglia, il presidente della Biblioteca calabrese di Soriano, Salvatore Inzillo, l’antropologo e docente universitario Vito Teti (che cura anche la presentazione del volume edito da Adhoc Edizioni), la direttrice della Biblioteca calabrese Maria Teresa Iannelli, la studiosa di dialetti e detti calabresi Concettà Carra e don Gregorio Grande, già parroco delle parrocchie di Santa Maria Maggiore e dei Santi Filippo e Giacomo di San Gregorio d’Ippona

«Chi avrà la pazienza e il desiderio di addentrarsi nelle vie dei canti e dei testi di tradizioni orali qui presentati – scrive Vito Teti –, anche se non è un esperto studioso delle culture folkloristiche del passato, capirà subito di trovarsi di fronte ad una ricerca originale ed eccezionale. Le memorie sparse e frammentate di varie persone vengono assemblate e organizzate dalla memoria viva di una donna, che diventa nota per il sapere, le sue massime, i suoi consigli. Alla fine degli incontri e del lavoro comune che vede impegnate Nonna Pina e la nuora, moglie del figlio Gregorio, Antonietta Silvaggio, ne viene fuori un corpus davvero importante e unico. Qui si trova una specie di monumento alla memoria, un modello di incontro tra persone diverse e vicine, il riconoscimento del punto di vista dell’osservatore che si trasforma in osservatore attivo. Non è davvero poco – prosegue lo studioso -, in un periodo in cui le memorie del passato vengono vissute come qualcosa da dimenticare e da cancellare, in un periodo di grande confusione e di grande sospensione. Ed è bello che questo lavoro di scavo, salvataggio, valorizzazione di quello che è stato e deve restare, sia un’opera di genere e abbia visto come protagoniste due donne, che, con la loro sintonia e simpatia, hanno annullato distanze culturali e generazionali».

L’autrice Maria Antonia Silvaggio è nata a Maierato e vive a Vibo Valentia dove ha frequentato il Liceo Michele Morelli. Amante degli studi classici e umanistici, ha coltivato i suoi interessi frequentando le facoltà di Lettere e filosofia di Messina e Cosenza, dove ha incontrato le discipline antropologiche, appassionandosi alle tradizioni popolari calabresi.