Covid, Città futura: «Vaccini ai commercianti e passaporto vaccinale»

«L’emergenza Covid-19 ha segnato un po’ tutti ed ha colpito numerose classi sociali, con effetti economici devastanti. Tra le classi maggiormente colpite rientrano senza dubbio i ristoratori, i titolari delle palestre, i titolari dei negozi di abbigliamento, i parrucchieri, i centri estetici e così via. Le proteste nonché le grida di dolore e sofferenza che si stanno susseguendo da qualche settimana a questa parte, basti pensare allo sciopero della fame intrapreso dal signor Giuseppe Iennarella, non ci lasciano affatto indifferenti. A loro va tutta la nostra solidarietà».

È quanto sostiene, in una nota, il gruppo consiliare al Comune di Vibo “Città futura”, guidato dal capogruppo Gerlando Termini. «Ciò premesso – si aggiunge – crediamo, innanzitutto, che il Governo debba adoperarsi immediatamente per erogare i “ristori” promessi in seguito alle chiusure disposte dai vari Dpcm a chi non li abbia ancora ricevuti, rendendo più scorrevoli e veloci gli aspetti burocratici del caso. Lo stesso Governo dovrebbe, altresì, scongiurare ulteriori effetti drammatici per le attività commerciali coinvolte intervenendo con un provvedimento ad hoc finalizzato al mantenimento dei servizi primari all’interno di un’azienda. È fondamentale, infatti, in questa fase, garantire il prosieguo delle utenze di luce e gas impedendo i distacchi a coloro i quali versino in stato di emergenza, ma anche il prosieguo dei contratti di locazione o di servizi che vi siano in essere».

I consiglieri di Città futura proseguono: «La situazione sanitaria, nonostante l’ottimo lavoro messo in campo dalle Asp e dai centri di vaccinazione, in attesa che venga raggiunta la cosiddetta immunità di gregge, rimane ancora incerta. Soltanto allora, quando le vaccinazioni avranno raggiunto la soglia sperata si potrà tornare alla vita di prima ed anche le attività commerciali, che oggi devono fare i conti con questa lenta agonia, potranno finalmente risorgere. Nel frattempo, ci chiediamo se una provvisoria soluzione non sia quella di inserire i titolari di tali attività ed il loro personale nel piano dei vaccini in corso d’opera. Tale inclusione, supportata dall’introduzione di una sorta di passaporto vaccinale, che consenta di prestare servizio ai soggetti che hanno già effettuato la vaccinazione, potrebbe arginare gli effetti economici devastanti che stanno mettendo in ginocchio intere categorie. Per tali motivi ci rivolgiamo a tutti i vari livelli istituzionali affinché venga valutata e presa in considerazione tale proposta».

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