giovedì,Aprile 25 2024

Il futuro nero delle pizzerie: «A certe condizioni meglio chiudere» – Video

La storia di Francesco e Irene, dai premi internazionali alla ripartenza tutta in salita: «Con queste direttive, passeremo da 100 a 30 posti. Forse non basteranno neanche per le spese»

Il futuro nero delle pizzerie: «A certe condizioni meglio chiudere» – Video

Pronti alla ripartenza? Niente affatto… Parola di due esperti pizzaioli che incontriamo nella loro pizzeria di Parghelia, centro turistico del Vibonese. «Fino a marzo questo locale era il nostro regno – conferma Francesco Fortuna – ora c’è solo silenzio e tanta incertezza…». Nel locale spiccano decine di coppe e altrettante targhe che testimoniano la passione di Francesco e Irene Malfarà. Pluripremiati, pluridecorati  per la loro pizza. Un’arte che coltivano da anni e che ha dato loro molte soddisfazioni. Campioni e maestri della pizza. Sono i responsabili calabresi dell’International Pizza Accademy. Hanno anche una scuola per pizzaioli che negli anni ha formato decine e decine di ragazzi. Anni di sacrifici che il coronavirus rischia di mandare in frantumi.

«Ho aperto questa attività sette anni fa per dare un futuro migliore ai miei figli – racconta la titolare -. I sacrifici sono stati tanti. Poi è arrivata la pandemia, e come tutti abbiamo chiuso, in attesa di un ritorno alla normalità». Ci proveranno ad aprire, ma con le nuove disposizioni che prevedono la riduzione dei tavoli, la sanificazione dei locali e le misure di protezione, sarà difficile far quadrare i conti. Si guarda attorno Irene. Il locale è piccolo. «Tra interno ed esterno – aggiunge Francesco – riuscivamo a far sedere oltre cento persone, con le nuove disposizioni che prevedono un distanziamento di 4 metri tra un tavolo e l’altro, non arriveremo neppure a trenta». «Per noi ristoratori – prosegue – non sarà una ripartenza, ma solo un’illusione. Se non rientreremo con le spese di affitto, di luce, di materie prime e di personale, chiuderemo. Perché a queste condizioni non conviene restare aperti… Probabilmente – conclude Irene – lavoreremo solo con l’asporto… ».

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