Vibo, al via un nuovo bando per la gestione degli impianti sportivi

Saranno avviate nei prossimi giorni le procedure per attribuire a terzi la gestione degli impianti sportivi vibonesi (campetto Sacra Famiglia, campetto Sant’Aloe e bocciodromo) la cui convenzione è oggi scaduta, intendendo per gestione, «non solo la diligente messa a servizio dell’impianto agli utenti, ma la più articolata e complessa gestione della pratica sportiva, compatibile con la vocazione dell’impianto medesimo, di modo tale che il soggetto gestore abbia non solo cura del bene in senso stretto e della sua fruibilità da parte degli utenti, ma che si ponga come soggetto attivo nella diffusione, gestione e concreta attuazione delle attività sportive all’interno del medesimo».

A renderlo noto è l’amministrazione comunale di Vibo Valentia che si pone l’obiettivo di «assicurare all’utenza la piena fruibilità degli impianti seguendo procedure ad evidenza pubblica e il principio di sussidiarietà orizzontale evocato all’articolo 118 della Costituzione, secondo cui i Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». [Continua]

Per il sindaco Maria Limardo «questa amministrazione è in grado di raggiungere l’obiettivo primario di gestire di un bene pubblico a beneficio della collettività, con i seguenti vantaggi: il bene viene gestito da un’associazione e quindi da un soggetto giuridico qualificato per il tipo di attività che dovrà essere svolta all’interno dell’impianto sportivo; il bene viene sfruttato a beneficio esclusivo della collettività con esborso di risorse pubbliche esclusivamente destinate al soddisfacimento dei suddetti bisogni; viene garantita a tutti la possibilità di accedere all’attività fisica in regime di favore, ricordando che l’ente pubblico, nell’esercizio della sua discrezionalità amministrativa, è deputato a porre in essere le attività a sostegno del benessere civile, sociale ed economico della collettività amministrata; la passione e la capacità che solitamente animano le associazioni sportive sono idonee a garantire una gestione improntata a reali valori sociali, scevri dell’elemento esclusivamente lucrativo che costituisce stimolo primario ed esclusivo dell’attività imprenditoriale in senso stretto».

Infine, per il sindaco, «si ottiene un risparmio anche significativo di risorse pubbliche da poter reinvestire in attrezzature, corsi od altro di utile ai fini del miglioramento della pratica sportiva in quanto è evidente che il ricorso al mercato comporterebbe i costi aggiuntivi derivanti dall’elemento lucrativo che, nel presente rapporto, è disinnescato in origine».

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