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«Nei fatti ci hanno chiusi, anche se restiamo con le saracinesche aperte». È più che un grido dall’allarme quello che lanciano alcuni commercianti di Vibo che hanno i negozi in via Luigi Razza, piazza Morelli e viale Alcide De Gasperi. È un vero e proprio atto d’accusa contro l’Amministrazione comunale, colpevole, a loro dire, di aver letteralmente ingabbiato i loro esercizi commerciali tra cantieri infiniti, parcheggi inaccessibili e disservizi di ogni tipo. Una situazione che rappresenterebbe un deterrente invalicabile per i loro clienti che ormai si tengono alla larga.
«Siamo ostaggi dei cantieri e dell’indifferenza istituzionale – affermano in una lunga lettera aperta e firmata -. Il centro città è deserto. I clienti non arrivano più. Le strade sono chiuse, i percorsi alternativi impraticabili, i parcheggi inesistenti, le multe impazzano. E i cantieri? Lavorano a singhiozzo o peggio fermi per poi andare in ferie. In questa situazione, non si può più parlare di crisi passeggera: ci stanno costringendo a chiudere prima ancora di fallire da soli».
Concetti che ribadiscono in tanti modi, ma il succo resta sempre lo stesso: «Stiamo morendo in piedi. Una lenta agonia, causata da chi ci dovrebbe tutelare», scrivono, puntando il dito soprattutto sui cantieri del Pnrr che costellano Vibo. «Gli interventi seppur nati con l’intento di riqualificare la città – affermano gli esercenti -, si stanno trasformando in un colpo mortale per il piccolo commercio locale, che vive di passaggi, prossimità e facilità di accesso. La chiusura simultanea di più arterie centrali, senza una reale presenza di operai, sembrerebbe spesso impiegati contemporaneamente su più cantieri, sta di fatto isolando intere zone commerciali». Come esempio citano «il caso di Viale Alcide De Gasperi, una delle vie più trafficate della città, dove i cantieri si alternano da circa due anni chiusi ad intermittenza». «Poi, dal 20 giugno 2025, nuovo cantiere avviato, con chiusura al traffico veicolare. Così, la strada risulta ancora una volta da quasi tre mesi off limits, inaccessibile da Piazza San Leoluca: un tragitto di pochi metri trasformato in un percorso alternativo labirintico con un manto stradale da far invidia alla gruviera e scoraggiante per ogni potenziale cliente».
«Ancor più grave – insistono – l’assurdità della chiusura a intermittenza, già dal 16 dicembre, di via Luigi Razza. Ora, paradossale, il cantiere è stato riaperto il 4 agosto senza alcuna attività in corso, per poi fermarsi del tutto per le ferie estive. Tutto ciò avviene senza alcun cartello di cantiere che indichi impresa, direzione lavori, date di inizio e fine: una violazione delle più basilari norme sulla trasparenza e la legalità. E che dire poi di piazza Michele Morelli che sembrerebbe ultimata ma ancora non restituita alla libera fruizione della comunità tutta? Come stiano realmente le cose non è dato sapere».
Da qui, tutta una serie di conseguenze: «I clienti rinunciano a raggiungerci per non rischiare multe o per la fatica di attraversare una città ostaggio dei cantieri. Gli incassi sono ridotti al minimo da ormai mesi, intanto però paghiamo tasse e affitti come se fossimo a pieno regime. Insomma, i nostri negozi sono aperti, ma è come se fossero già chiusi».
Per questi motivi, i commercianti chiedono l’immediato intervento dell’Amministrazione Romeo, anche «nel rispetto dell’art. 100 del D.Lgs. 81/2008 e del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016) che impongono agli enti appaltanti e alle amministrazioni locali di garantire cartellonistica obbligatoria con indicazioni precise su impresa, direzione lavori, date di inizio/fine; cronoprogrammi trasparenti e rispettati; minimizzazione dell’impatto sui cittadini e sulle attività economiche e sulla viabilità. Ma soprattutto la vigilanza sull’operato delle imprese e il rispetto dei tempi contrattuali».
«Siamo vivi solo sui registri della Camera di Commercio. Ma senza clienti, senza accesso, senza futuro», concludono e chiedono che venga «resa pubblica e per tempo la cronologia dei lavori per ogni cantiere aperto, che si sanzionino eventuali inadempienze da parte delle ditte appaltatrici, che si programmi la riapertura immediata di tutte le vie e di quelle non soggette a lavorazione attiva, con un piano di gestione efficace e coordinato dei cantieri urbani che tenga conto delle esigenze delle attività di prossimità del territorio».

