Demolizione del muro di cinta della Don Bosco, insorgono i consiglieri d’opposizione

È stata pubblicata nei giorni scorsi sull’Albo pretorio del Comune di Vibo Valentia, da parte del dirigente responsabile del Settore 5 dell’Ente comunale, la determina avente ad oggetto: “Lavori di demolizione parziale di un muro di recinzione della scuola “Complesso Garibaldi-don Bosco” di Vibo Valentia -registrazione spesa, affidamento lavori, nell’ambito della gestione degli interventi volti al miglioramento della fruibilità degli spazi aperti al pubblico, Parco Giochi sito nei pressi della Piazza Martiri dell’Ungheria”.

Sul punto si registra la presa di posizione dei consiglieri d’opposizione Marco Miceli e Giuseppe Policaro (Vibo democratica), Lorenza Scrugli (Vibo da vivere), Loredana Pilegi (Vibo prima di tutto) e Pietro Comito (Concretezza). «L’Amministrazione comunale – affermano all’unisono -, come riportato nel predetto provvedimento, “intende aprire un accesso diretto per un migliore utilizzo dell’area attrezzata realizzata all’interno del cortile della Scuola “Complesso Garibaldi-Don Bosco” di Vibo Valentia, consistente nella demolizione di un tratto di muretto di recinzione del suddetto complesso scolastico”. Al fine, sarebbe stato da ultimo acquisito il parere positivo di competenza, da parte della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e Provincia di Vibo Valentia».

Per le opposizioni «la scelta politica di stravolgere anzitempo elementi architettonici storici ed identificativi della piazza più importante della città, senza nemmeno attendere l’espletamento del concorso di idee annunciato dalla stessa Amministrazione con riferimento al rifacimento della stessa piazza grazie a finanziamenti Statali, qui ci si vuole soffermare su alcuni aspetti forse non debitamente tenuti in considerazione e che appaiono, a chi scrive, di assoluta rilevanza e tali da indurre all’assoluta cautela e ponderazione».

Per gli scriventi «in primo luogo, le recinzioni perimetrali delle scuole rivestono particolare importanza perché devono saper rispondere alla necessità di tutelare i bambini impedendo l’ingresso di persone non autorizzate nell’area. Non è un caso, così come è avvenuto al tempo in fase di progettazione delle storiche delimitazioni perimetrali degli Istituti scolastici in questione, che esse abbiano avuto un’attenzione particolare in quanto poste a presidio di spazi “a rischio” per i minori coinvolti. Ciò perché, come pure costantemente affermato dalla Cassazione, la scuola “è tenuta a predisporre tutti gli accorgimenti all’uopo necessari, anche al fine di evitare che l’allievo procuri danno a sé stesso, sia all’interno dell’edificio che nelle pertinenze scolastiche. Tra queste rientra “il cortile antistante l’edificio del quale la scuola abbia la disponibilità e ove venga consentito il regolare accesso e lo stazionamento degli utenti, e in particolare degli alunni, prima di entrarvi”».

In conseguenza «la scelta dell’Amministrazione comunale di demolire parte degli storici muri perimetrali scolastici al fine di rendere fruibile al pubblico, in maniera diretta, il Parco giochi amovibile situato in area di pertinenza scolastica, da ultimo installato nel cortile delle scuole, appare assai discutibile perché in contrasto con i principi di cautela e ponderazione per come sopra delineati dalla Suprema Corte, perché ciò renderebbe la vigilanza da parte delle Istituzioni scolastiche praticamente impossibile, salvo che, oltre all’abbattimento di parte del muro, contestualmente non si preveda di installare un cancello, peraltro già esistente qualche metro più in là, da aprire e chiudere in corrispondenza delle stesse. Auspichiamo, pertanto, che nelle more della definizione del concorso d’idee, che andrà a ridisegnare piazza Municipio, l’Amministrazione comunale non solo non proceda alla demolizione del muro lato piazza Martiri d’Ungheria, spendendo somme inutilmente, ma valuti, piuttosto, di destinare tali denari per garantire maggiore sicurezza alle pertinenze scolastiche delle scuole della città senza dimenticare le frazioni invece di aumentarne l’esposizione a probabili rischi».

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