giovedì,Marzo 28 2024

“Elezioni pulite”, via libera della Camera alla proposta di legge di Dalila Nesci

Previste una serie di norme per evitare possibili brogli anche attraverso urne elettorali trasparenti. Altra novità la possibilità di voto per i fuori sede

“Elezioni pulite”, via libera della Camera alla proposta di legge di Dalila Nesci

Primo via libera alla proposta di legge targata M5s sulle cosiddette ‘Elezioni pulite‘. L’Aula della Camera, con 301 voti a favore, ha infatti approvato la proposta di legge a prima firma Dalila Nesci (M5s), con il sì anche di Leu, mentre Pd e FdI si sono astenuti e Forza Italia ha votato “convintamente contro“. Tra i cavalli di battaglia dei pentastellati, la proposta di legge aveva già superato il banco di prova del primo via libera da parte di Montecitorio nella scorsa legislatura, per poi arenarsi al Senato. Ora i 5 stelle ci riprovano e, forti dei nuovi numeri che gli hanno consegnato la maggioranza assieme alla Lega, puntano a un iter breve della proposta, che ora passerà all’esame del Senato. Si tratta di una serie di norme che mirano ad evitare possibili brogli in occasione delle elezioni, anche attraverso urne elettorali trasparenti. Ma che introducono anche una novità assoluta: la possibilità del voto per i fuori sede, senza dover tornare nel comune di residenza. Nello specifico, la proposta di legge si sviluppa su due fronti: il primo ha come obiettivo quello di garantire la massima trasparenza dello svolgimento delle elezioni, per contrastare e debellare il fenomeno dei possibili brogli. Il secondo, invece, introduce la possibilità a coloro che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche si trovino in un comune di una regione diversa da quella di residenza, di esercitare il diritto di voto. Quanto alla trasparenza, la proposta di legge mira a modificare diverse disposizioni relative alle urne e cabine elettorali; i componenti degli uffici elettorali di sezione (ovvero i seggi elettorali), come presidente, segretario e scrutatori; l’ampiezza demografica dei seggi elettorali; il divieto di assunzione di personale nelle società pubbliche in prossimità delle elezioni

Ampiezza degli uffici elettorali di sezione: secondo la norma vigente ciascuna sezione elettorale è costituita di regola da un numero di elettori iscritti non superiore a 1.200 e non inferiore a 500. Fanno eccezione i casi in cui particolari condizioni di lontananza e viabilità rendano difficile l’esercizio del diritto elettorale, per i quali è possibile costituire seggi con numero di iscritti non inferiore a 50. La proposta di legge Nesci aumenta invece il limite inferiore dei seggi ordinari elevandolo da 500 a 700 elettori iscritti, al fine di “rendere meno agevole una eventuale identificazione del voto”. 

Divieto di assunzioni nelle società partecipate locali: la proposta di legge introduce il divieto di assunzione di personale dipendente, a qualsiasi titolo, da parte delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società a partecipazione pubblica locale o regionale, totale o di controllo, nei 60 giorni antecedenti e nei 60 giorni successivi alle elezioni comunali o regionali, limitatamente ai comuni o alle regioni interessati. Si tratta di una disposizione che non riguarda il procedimento elettorale preparatorio come le precedenti, pur avendo la medesima finalità generale di prevenzione di forme di inquinamento del voto. A tal fine viene introdotto un comma che prevede specifiche disposizioni in materia di reclutamento del personale nelle società pubbliche, ad esclusione delle società quotate. 

«Oggi in Aula alla Camera dei Deputati è stato approvato un testo frutto di un lavoro che ho iniziato nella scorsa legislatura, con l’aiuto di tanti colleghi e del M5s tutto, e che ci porta verso elezioni più trasparenti e sicure – ha dichiarato la parlamentare vibonese Dalila Nesci, prima firmataria della proposta ‘Elezioni Pulite -. Dobbiamo fare in modo – prosegue la deputata M5s – che i cittadini abbiano più fiducia nella politica, soprattutto nel modo in cui si svolgono le votazioni. Le nuove regole garantiranno un procedimento preparatorio elettorale più aperto e trasparente. Ad esempio, gli scrutatori saranno sorteggiati da un albo anche tra i disoccupati, mentre i presidenti e segretari di seggio non potranno più essere scelti tra i condannati per gravi delitti o tra i parenti dei candidati. Lo Stato potrà iniziare a combattere con più strumenti la compravendita di voti: il prossimo passo sarà intervenire sul reato di patto di scambio politico-mafioso. Anche chi studia, lavora o si cura fuori sede – rivendica Nesci – potrà votare nel luogo dove vive temporaneamente in occasione di referendum e ed elezioni europee».

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