giovedì,Aprile 18 2024

“Il Sud che Sogna” lancia l’appello da Vibo: «Evitare la mattanza sociale di Lsu ed Lpu»

Il movimento si schiera al fianco della lotta dei precari della pubblica amministrazione. Il portavoce provinciale Arcella: «A questi lavoratori venga riconosciuta la dignità di un lavoro vero»

“Il Sud che Sogna” lancia l’appello da Vibo: «Evitare la mattanza sociale di Lsu ed Lpu»

«Come volevasi dimostrare alla fine quello che avevamo pronosticato si sta avverando. In questi giorni si sta consumando l’ennesimo scippo nei confronti di un Sud sempre di più penalizzato da un esecutivo a trazione nordista. A qualche settimana dalla riuscita manifestazione regionale dei precari calabresi, per richiamare agli impegni le varie Istituzioni in vista della scadenza dei contratti del prossimo 31 dicembre, gli Lpu-Lsu sono di nuovo in piazza a manifestare la loro rabbia per i mancati accoglimenti degli emendamenti in loro favore presentati da alcuni deputati calabresi». È quanto riferisce in un comunicato stampa Nicola Arcella portavoce del movimento “Il Sud che Sogna” della provincia di Vibo Valentia. «Le manifestazioni nate spontaneamente e guidate dai sindacati – prosegue -, hanno coinvolto migliaia di lavoratori che si sono ritrovati delusi ed incazzati a Lamezia Terme per mettere in atto una serie di iniziative atte a richiamare l’attenzione sul loro problema che si protrae da  decenni. Alle pacifiche proteste vi hanno aderito tanti sindaci che vivono direttamente i drammi di questi lavoratori, i sindacati nella loro unitarietà, la Regione Calabria e tanti altri movimenti tra i quali il Sud che Sogna. Anche nella nostra provincia, sono centinaia questi lavoratori atipici, contrattualizzati ed utilizzati da vari Comuni. Il loro utilizzo come ribadito da più parti, risulta essere determinante ed in alcuni casi insostituibile per garantire il buon funzionamento di tanti Comuni che si avvalgono esclusivamente di questi lavoratori».

Per Arcella «l’imminente scadenza dei contratti, il mancato rifinanziamento ed alcune norme legislative, rischiano di far saltare un piano di stabilizzazione messo in atto negli anni dagli Enti utilizzatori. La rabbia e l’amarezza di questi lavoratori è stampata sui loro volti, provati da anni di sofferenza e di precarietà che ha minato anche i più determinati, rischiando di far degenerare una protesta che si vuole mantenere come giusto che sia sui binari della correttezza e del rispetto delle leggi. I lavoratori attendono risposte certe, atti concreti, fino ad oggi purtroppo solo parole, e non possono bastare le promesse fatte dal ministro Lezzi in visita nella nostra regione». Il Sud che Sogna della provincia di Vibo Valentia assicura che «sarà al fianco di questi lavoratori poiché sappiamo per averlo sperimentato sulla nostra pelle vivendolo ogni giorno, cosa vuol dire in Calabria essere precario. Saremo con loro nelle rivendicazioni e nelle forme di protesta che si riterrà opportuno promuovere per la soluzione definitiva del precariato di Stato. Non assisteremo passivamente alla mattanza sociale che si vuole consumare, che vorrebbe sbarazzarsi di questi lavoratori. Ci adopereremo in ogni sede affinché si possa addivenire ad una soluzione definitiva, con l’auspicio che a questi lavoratori venga riconosciuta la dignità di un lavoro vero, duraturo e continuativo. Ci appelliamo alle varie Istituzioni affinché si attivino per mettere in atto iniziative utili che diano loro tranquillità. Esortiamo allo stesso tempo i precari, così come proposto dalle sigle sindacali, a proseguire nei loro luoghi di lavoro la protesta democratica, per riaffermare che il loro lavoro è indispensabile per il buon funzionamento degli Enti nei quali prestano servizio». 

Ancora per Arcella «le aule dei nostri consigli comunali, luoghi di espressione democratica, devono trasformarsi in luoghi di lotta, di rivendicazione e di difesa del lavoro e della sua dignità. Facciamo in modo che la protesta coinvolga il più possibile, i colleghi di ruolo che con i precari ci lavorano ogni giorno, i cittadini che si recano negli uffici per usufruire di servizi celeri e di qualità, le forze politiche ed i movimenti che debbono senza se e senza ma schierarsi a difesa del lavoro. Bisogna far capire una volta per tutte, che gli Lsu ed Lpu rappresentano una risorsa che va valorizzata, tutelata e difesa se si vuole che la macchina burocratica ed amministrativa cammini correttamente, stabilizzandoli e facendoli uscire dal limbo nel quale sono costretti a convivere da decenni. Richiamiamo alle proprie responsabilità, una politica non sempre benevola nei loro confronti, che li ha relegati e rinchiusi tenendoli ostaggio. Non vorremmo, che il  dramma vissuto da migliaia di precari, si traduca in una macelleria sociale, la nostra  terra di Calabria non può subire questo ulteriore affronto. Per Noi del il Sud che Sogna, ciò rappresenta una polveriera sociale che se lasciata saltare, potrebbe causare effetti imprevisti, mettendo a repentaglio la tenuta e la coesione sociale della nostra terra». 

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