Hanno creato scompiglio le parole del presidente di “Milètos”, Antonio Arena, riguardo le vicende interne all’associazione socio-politico-culturale ed alla volontà dello stesso di candidarsi autonomamente in primavera a sindaco della cittadina normanna. Il commercialista di Paravati, nel suo intervento a Il Vibonese.it aveva puntato il dito contro alcuni “amici” e soci della realtà territoriale, rei a suo dire di affrontare, tra l’altro, “l’esperienza politica comunale invasi di personalismi e faziosità”. Oggi, a sentirsi in obbligo “di fornire opportuni chiarimenti” e prendere le distanze da Arena sono gli ex assessori comunali Francesco Tulino e Nicola Evolo, i quali nell’occasione annunciano anche l’uscita da Milètos, realtà “nata circa un anno fa dalle idee di un gruppo di amici da sempre impegnati per la comunità miletese” e che si proponeva quale scopo fondamentale “quello di cooperare con altre realtà del territorio al fine di garantire concrete opportunità di crescita per la realtà in cui viviamo, attuando una serie di iniziative tutte rivolte a migliorare ed elevare la qualità di vita dei concittadini. Allo stato – constatano invece Tulino e Evolo – niente di quanto prefissato si è concretizzato: è sembrata chiara la circostanza che l’associazione fosse solo diventata un trampolino di lancio per personalismi e ambizioni. Guardarsi intorno non vuol dire, infatti, giocare “con due mazzi di carte”, ma mettere da parte personalismi ed ambizioni per creare qualcosa di forte. Unire le forze, le idee ed i progetti in un momento così delicato per la situazione politica miletese appare come l’unica via per garantire un futuro di stabilità e concretezza, costruendo le basi per una ripresa economica e sociale del territorio”. I due ex assessori comunali a sostegno della loro tesi aggiungono poi che, al contrario, “è proprio chi non mette da parte le proprie aspirazioni per il bene comune ad essere seguace della solita vecchia politica”. Nello specifico, chi non ascoltando, non confrontandosi e non interfacciandosi “decide di correre da solo ad ogni costo”, perseguendo “una logica utilitaristica, da sempre estranea alla nostra idea di politica. Come ben sottolineato – proseguono – l’obiettivo non è vincere ad ogni costo, ma impegnarsi insieme per garantire stabilità ed attivismo, avendo a cuore le sorti del territorio, che versa in crisi profonda.