venerdì,Marzo 29 2024

Malumori nei cinquestelle, la vibonese Dalila Nesci verso la nomina a ministro?

È l’ipotesi del Giornale.it che traccia lo scenario sulla base delle contestazioni interne e della necessità di placare gli animi dei frondisti  

Malumori nei cinquestelle, la vibonese Dalila Nesci verso la nomina a ministro?

Un ministro calabrese per sopire i malumori nella base dei cinquestelle. L’ipotesi è del Giornale.it, che indica la vibonese Dalila Nesci, attuale componente della commissione parlamentare Affari sociali e Sanità, come possibile ministro in seguito ad un rimpasto di governo che vedrebbe la contestuale uscita di Giulia Grillo (Salute), Danilo Toninelli (Trasporti e Infrastrutture) e Elisabetta Trenta (Difesa). Al loro posto, sempre secondo l’ipotesi formulata dal quotidiano milanese, dovrebbero entrare Luigi Gallo, Carla Ruocco e, appunto, la deputata originaria di Tropea. A determinare il rimpasto sarebbe il clima teso che ha accompagnato e seguito il voto degli iscritti in merito all’autorizzazione a procedere per i fatti della nave Diciotti nei confronti del vicepremier Matteo Salvini. Voto che ha spaccato il Movimento, innescando la reazione dell’ala più ortodossa che ha maldigerito la decisione di sottrarre l’alleato leghista al giudizio della magistratura. Da qui la ventilata intenzione di Di Maio di pagare comunque pegno, assecondando i frondisti, cioè una quarantina di parlamentari che in questi giorni avrebbero dimostrato il loro dissenso verso la linea politica troppo appiattita sulla Lega. Una ricostruzione, quella del Giornale, che però non si adatta perfettamente al profilo di Nesci, che non può essere certo considerata una spina nel fianco del suo partito, visto che – secondo Openparlamento – la sua percentuale di voti espressi in contrasto con le indicazioni del suo gruppo è di appena lo 0,52 per cento. Senza contare che alla vigilia del voto sulla piattaforma Rousseau, Nesci è stata una delle poche a schierarsi apertamente, con un lungo video su Facebook che caldeggiava le ragioni del No all’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, sposando dunque in pieno la linea dettata dai vertici del Movimento.

 

top