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Il Pd tra esito elettorale, mancate intese e prossime Comunali a Vibo. Soriano: «Da soli non si vince»

Intervista a tutto campo al capogruppo consiliare democrat al Comune che sullo stato di salute della città non usa mezzi termini: ««Il capoluogo è al capolinea. È una città spenta in tutti i settori»

Il Pd tra esito elettorale, mancate intese e prossime Comunali a Vibo. Soriano: «Da soli non si vince»
Il Comune di Vibo e, nel riquadro, Stefano Soriano (Pd)

Partito democratico ed esito elettorale. Analisi e controanalisi.  Mancata alleanza con il Movimento 5 Stelle che, di fatto, ha decretato una sconfitta prima della chiusura delle urne. Non solo, di tutto questo parla Stefano Sorano, capogruppo consiliare democrat al Comune di Vibo Valentia, in questa intervista concessa al Vibonese.it. La chiacchierata con l’esponente dem arriva fino alle prossime elezioni amministrative, tra strategie da applicare e accordi da stringere con altre forze politiche e movimenti se si vuole essere alternativi al centrodestra. Nel mezzo una città capoluogo al «capolinea» che potrà cambiare rotta soltanto se la politica si farà «seria». [Continua in basso]

Lo scorso 25 settembre gli italiani hanno votato per il rinnovo di Camera e Senato. Il Pd, a livello nazionale, è andato al di sotto del 20%. Quale il suo giudizio?

«Ritengo che il Pd abbia trattenuto lo zoccolo duro del suo elettorato ma non sia andato oltre. Mi spiego: a differenza di altri partiti il Pd non è riuscito a convincere della bontà del suo programma quella parte di elettorato “mobile” che di fatto ogni volta fa vincere le elezioni e che questa volta si è spostata su Fratelli d’Italia».

Perché è mancata l’alleanza con il M5S che, di fatto, ha decretato una sconfitta anticipata?

«Perché l’intero gruppo dirigente ha sbagliato quando ha assecondato la proposta del segretario Letta di andare prima con Calenda e dopo con Sinistra Italiana e Verdi». [Continua in basso]

Tutto qui?

«No. Aggiungo che si è sbagliato perché dopo che il Pd ha governato con i cinquestelle per diversi anni ed ha condiviso alcune delle battaglie dei pentastellati, quali la riduzione del numero di parlamentari ed il Reddito di cittadinanza, doveva semplicemente continuare su questa strada portando in votazione ed in proposta le leggi che per il nostro partito sono fondamentali, quali quelle sui diritti civili, ad esempio, e che oggi con questo governo non saranno di sicuro approvate ed anzi subiranno importanti stop».

Di chi la colpa di tutto ciò?

«Il fallimento è del gruppo dirigente quanto del segretario, perché non si può votare una linea che non si condivide solo per la paura di una mancata ricandidatura alle elezioni. La politica deve volare un po’ più in alto».

I pentastellati sono risultati il primo partito qui a Vibo Valentia. Si è dato una risposta?

«I cinquestelle sono di fatto rimasti il primo partito a Vibo come in tutto il Mezzogiorno e giustificare il tutto solo con il Reddito di cittadinanza mi sembra superficiale. In questa tornata, secondo me, è stato Conte il vero trascinatore del risultato dei cinquestelle in tutta Italia. Un presidente che ha avuto l’onere di guidare l’Italia nel periodo più difficile degli ultimi anni, fatto che ha dato i suoi risultati in questa campagna elettorale anche sui territori. A Vibo immagino che abbia pagato anche la presenza di Riccardo Tucci che oggettivamente ha fatto bene in termini di risultati portati per il territorio e per il Comune di Vibo Valentia in particolare».

E per il Pd, invece, come è andata?

«Il Pd che perde a livello nazionale e che consegna il governo alla destra non può avere un giudizio positivo neanche nei territori. Tuttavia mi sento di dire che al Senato dove la città aveva una sua rappresentante, storica dirigente e militante del Pd come Teresa Esposito, il Partito democratico ha ottenuto un risultato di pochissimo inferiore alla corazzata di Forza Italia che poteva contare sul sindaco, su buona parte della giunta oltre che sul senatore uscente Mangialavori ed ovviamente sul presidente Occhiuto. Un risultato migliorabile, di certo, ma che di fatto premia, in una sconfitta generale e nazionale, un gruppo dirigente che a livello locale a mio parere sta facendo bene in tutte le sue componenti».

Guardiamo al futuro: ritiene obbligatorio percorrere la via dell’alleanza con altre forze politiche per costruire una alternativa di governo della città rispetto al centrodestra?

«Assolutamente sì. È un passaggio decisamente obbligato. Da soli non si vince e non si va da nessuna parte».

Quali, se ci sono state, le iniziative messe già in campo dal Pd in vista di un “campo largo” locale?

«Il segretario del circolo cittadino Francesco Colelli ed il gruppo dirigente democrat hanno già iniziato a interloquire con altre forze presenti in città quali i cinquestelle ed i Progressisti per Vibo che restano sicuramente interlocutori fondamentali per il futuro».

Andiamo più a fondo.

«Penso che sia necessario profondere il massimo sforzo per allargare la coalizione di centrosinistra ad altre componenti della città tanto in termini di associazioni che di movimenti. Ritengo importante che ognuno pensi di essere parte di un progetto e non il Re Sole del progetto in sé, perché vinciamo solo se ci approcciamo tra di noi con serietà e rispetto verso gli altri, ma soprattutto verso la città ed i cittadini che non hanno bisogno di ulteriori beghe personali e politiche».

Parliamo del capoluogo: a che punto si trova Vibo Valentia?

«Il capoluogo è al capolinea, mi permetta il gioco di parole. È una città spenta in tutti i settori, piegata da un centrodestra che la governa da oltre un decennio e che non ha impresso alcuna svolta significativa sui temi sociali, economici e di sviluppo».

Ma la politica dove e in che modo può incidere veramente sul rilancio socio-economico della città?

«La politica incide se è seria, se la volontà di cambiare è reale e non solo uno slogan elettorale. Chi si candiderà la prossima volta deve avere chiaro che la città versa attualmente in uno stato di crisi sociale a cui serve dare una risposta decisa, immediata ed efficace. Serve la collaborazione di tutti i settori e soprattutto un po’ di umiltà».

Dove serve, a suo giudizio, intervenire subito con maggiore forza e determinazione?

«Sulle infrastrutture, sui trasporti, penso ad una comunicazione veloce con le frazioni che, a mio modo di vedere, devono essere considerate veri e propri quartieri della città e non periferie abbandonate a se stesse. Ripartire dalle periferie attraverso una viabilità ed un collegamento preciso e puntuale con il centro città. Poi ritengo serio rivalutare e spingere per lo sviluppo dell’area industriale di Portosalvo creando una strada di collegamento veloce con l’autostrada e liberando Vibo Marina dai depositi costieri. Infine, trovare una soluzione per l’area dell’ex Italcementi».

Un’ultima domanda: in vista delle prossime amministrative che a Vibo si terranno a primavera del 2024, quali gli errori da non ripetere se si vuole vincere?

«Necessario fare chiarezza sin da subito su coalizione e profilo del candidato senza consentire la formazione di coalizioni disomogenee che non sono comprese dagli elettori. La coalizione si deve costruire con un’unità di intenti e di valori politici».

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