martedì,Marzo 19 2024

Il Corsivo | La città di Vibo ed il sindaco che si accredita “salvatore della patria”

Le opere incompiute che parlano da sole sino alla possibilità offerta da una legge dello Stato di ripresentare un nuovo Piano di riequilibrio finanziario dopo il precedente sonoramente bocciato dalla Corte dei Conti

Il Corsivo | La città di Vibo ed il sindaco che si accredita “salvatore della patria”
Il Comune di Vibo e il sindaco Maria Limardo
Maria Limardo
Giovanni Russo

Se da un lato nulla di buono può essere attribuito al sindaco Limardo in ordine ai risultati ottenuti nell’amministrare la città, dall’altro lato va riconosciuto il suo spasmodico impegno nel raccontare frottole ai cittadini vibonesi e, di recente, anche in giro per l’Italia. Questa propensione del primo cittadino, mutuata anche da qualche assessore, ci costringe ad una revisione periodica, con intervalli sempre più ristretti, di tutte le fake news per riportare la discussione nel campo del reale. Ultimamente, in questa specie di gara a chi la spara più grossa, alle spalle del sindaco, vero dominatore  della specialità, si è piazzato l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Russo; l’obiettivo comune di questi stakanovisti delle notizie farlocche è sempre lo stesso: utilizzare una cortina fumogena per celare la mancanza di risultati. Fatta questa premessa, è ora tempo di entrare nel merito delle singole questioni, cominciando con quella che sembra essere ormai diventata una specie di ossessione per il sindaco: rivendicare i meriti per il presunto risanamento delle casse comunali.

Ovviamente le cose stanno in modo totalmente diverso da quelle “narrate” dalla diretta interessata, nel vano tentativo di accampare meriti in relazione alla possibilità concessa al Comune, da una recente legge dello Stato, di ripresentare un nuovo piano di riequilibrio finanziario in sostituzione di quello precedentemente presentato alla Corte dei Conti e da questa sonoramente bocciato attraverso pesanti rilievi, quale quello di aver usato “artifici contabili” nel redigerlo. Ciò posto, non riusciamo a capire su cosa poggino le rivendicazioni della Limardo, salvo che ella non voglia far credere – come già avvenuto in passato in relazione ai famosi dodici milioni di euro assegnati alla città per esclusivo merito dell’on. Tucci, quando affermò che quelle somme erano il frutto di una sua nota di protesta inviata a Roma –  che anche in questo caso il provvedimento del Governo sia frutto di un suo intervento, francamente ci sembra che le esternazioni del sindaco stiano travalicando la soglia del ridicolo. Ma, a nostro avviso, la cosa veramente tragicomica, sulla scorta dei fatti sopra riportati, è rappresentata dalla circostanza che la Limardo, in occasione della recente assemblea nazionale dell’Anci, abbia parlato del travagliato percorso dell’ente comunale per evitare il secondo dissesto come di un modello da seguire.

Chiuso questo capitolo, è opportuno dedicare spazio ad un’altra “commedia”, ossia quella andata in scena sul palco della frazione Triparni, dove il primo cittadino –  ritornato a distanza di tre anni sul “luogo del delitto” (leggi piazza sprofondata), insieme al “temuto”, per la nota inconcludenza, assessore ai “disastri” pubblici ed alle  opere incompiute Giovanni Russo – invece di chiedere scusa ai cittadini, ha tentato di porre una pezza all’ennesimo fallimento dell’esecutivo attraverso arzigogolate pseudo giustificazioni che appaiono, dopo tre anni dalle prime “promesse”, una vera presa per i fondelli. Del resto la vicenda della piazza di Triparni non rappresenta un unicum, basta ricordare l’analoga vicenda  della strada di accesso alla frazione S. Pietro, chiusa da oltre un anno,  portata alla ribalta nei giorni scorsi dalla componente della direzione cittadina di “Azione”, Ilaria Cosentino.

Il settore dei lavori pubblici rappresenta una vera “tragedia”, ma non per quello che dice il sindaco circa l’impossibilità di intervenire, per mancanza di fondi, anche sulle inezie come la riparazione di una buca, il ripristino di una perdita della condotta idrica o il taglio della sterpaglia lungo i marciapiedi, bensì per situazioni molto più gravi, riguardanti interventi già finanziati i cui lavori o non iniziano (vedi sopra), oppure non giungono mai a conclusione (scala mobile, teatro, il sottopasso a Vibo Marina), o, ancora peggio, si concludono con uno sperpero di denaro pubblico per la cattiva esecuzione (tetto scuola Porto Salvo, strada di accesso alla frazione Longobardi). Come si vede, altro che mancanza di fondi, siamo di fronte ad una cronica incapacità d’intervento. In questo contesto appare ancor più surreale delle argomentazioni del sindaco la scomposta reazione dell’assessore Russo nei confronti della citata Cosentino e del suo collega Domenico Barbieri, rei di aver pubblicamente denunciato e documentato fotograficamente sulla stampa alcune problematiche ascrivibili al suo ufficio. Sul punto riteniamo che, quando si tenta di contestare prove documentali e fotografiche attraverso spropositati attacchi personali, si travalichino i limiti del confronto politico per approdare nel campo della scienza medica, fatto, questo, che rende vano ogni ulteriore commento sulla questione. Riportato il tutto nel contesto reale, a ben guardare degli slogan, delle mezze verità, delle sceneggiate, degli annunci roboanti, rimane poco oltre al tentativo del primo cittadino di accreditarsi come il salvatore della patria – cosa che non è – dell’assessore di nascondere la propria palese e “documentata” inadeguatezza, e l’immagine di una città sbiadita.

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