Il Corsivo | Gli effetti contrari ottenuti dal sindaco di Vibo con gli endorsement
I risultati del primo cittadino nella risoluzione dei problemi della città finiscono per non dare autorevolezza ai suoi interventi finalizzati a risollevare le sorti altrui
La recente nomina dell’on. Mangialavori a presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha riacceso in città il dibattito intorno alla figura del parlamentare. In questo contesto assumono un particolare rilievo le valutazioni espresse dal sindaco, il quale si è cimentato in un vero e proprio endorsement a favore di Mangialavori. Il primo cittadino sottolinea la grande rilevanza della nomina ottenuta dal parlamentare la quale premia l’azione di chi ha sempre lavorato per raggiungere il bene supremo che per un politico è rappresentato dal benessere dei cittadini, concludendo che tutta la città deve sentire come proprio questo riconoscimento.
Sul concetto del “bene supremo” ricercato dal parlamentare e sui risultati ottenuti a beneficio dei cittadini preferiamo stendere un velo pietoso avendo già trattato l’argomento svariate volte; per quanto concerne invece “la grande rilevanza ed il giusto riconoscimento” reputiamo utile approfondire il discorso. A tal fine occorre ripercorrere l’intero iter che ha portato alla nomina di cui stiamo parlando, per riportarla nel suo giusto alveo. Se le cose stessero effettivamente come il sindaco vorrebbe fare apparire, non potremmo che condividere il suo “entusiasmo”, ma la storia, conosciuta da tutti e che ha avuto rilevanza nazionale, è profondamente diversa. In genere la nomina a presidente di una commissione parlamentare ha la sua rilevanza, ma riteniamo che nella fattispecie concreta essa non rappresenti null’altro che un “contentino” assegnato a chi ha subito una doppia cocente delusione. Per un politico che aspira ad ottenere una poltrona di ministro e non riesce a sedersi neppure su quella più modesta di sottosegretario, la nomina a presidente di una commissione parlamentare rappresenta, se si vogliono chiamare le cose col proprio nome, un fallimento e su questo riteniamo non possano sussistere dubbi.
Ciò posto, occorre interrogarsi su quali possano essere le vere ragioni che si nascondono dietro il tentativo del sindaco Limardo di confondere i cittadini, facendo apparire lucciole per lanterne. A nostro giudizio i motivi vanno individuati nel timore che la propria ricandidatura in occasione del rinnovo del consiglio comunale possa essere messa in discussione dal fatto che Mangialavori, rimasto fuori dal Governo, non abbia più la forza necessaria per poterla sostenere in maniera determinante. Il primo cittadino non è uno sprovveduto ed è perfettamente consapevole che la percezione dell’opinione pubblica nei confronti del parlamentare è cambiata, non essendo più visto come un politico in ascesa e come tale in grado di imporre le proprie scelte. Da qui nasce lo sforzo del sindaco di ridare lustro, attraverso l’esaltazione del ruolo di presidente di una commissione parlamentare, all’immagine sbiadita dell’on. Mangialavori. Non sappiamo se il parlamentare riuscirà a recuperare il consenso di cui godeva un tempo, ma siamo certi che se ciò dovesse avvenire, non sarà certo in seguito alle “disinteressate” perorazioni della Limardo, anzi queste non potranno che ottenere l’effetto contrario. Non bisogna infatti dimenticare che la perdita di “gradimento” del parlamentare tra i cittadini ha origini pregresse rispetto alle sue “disavventure governative” ed attiene proprio ai deludenti risultati amministrativi conseguiti dal sindaco da lui sponsorizzato. D’altro canto non si comprende come il primo cittadino, incapace di risolvere neppure un problema (dal più complesso al più semplice), di inaugurare una sola opera pubblica, che ha fatto sprofondare la città in un degrado mai visto, che vive di selfie e bei sorrisi, possa ritenere, forte di questo biglietto da visita, che i suoi interventi abbiano autorevolezza e credibilità agli occhi dei vibonesi per risollevare le sorti altrui.
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