Il Corsivo | Comunali a Vibo: le “mosse” di Pitaro e Muzzopappa riportano l’attenzione sul Polo di Centro
L’ex consigliere regionale conferma lo scioglimento di Città Futura e la collocazione dei suoi candidati nelle varie liste della coalizione potrebbe permettergli di far rieleggere tutti gli uscenti. La confusione tra atti vergati dalla Dda di Catanzaro e ruolo della stampa, oltre alle “uscite” del candidato a sindaco sulla sua vittoria al primo turno
Nei giorni scorsi il terzo polo è tornato al centro dell’attenzione in seguito ad un’intervista rilasciata da Vito Pitaro ad un quotidiano locale e ad una nota stampa di Francesco Muzzopappa. I due politici – il primo in qualità di deus ex machina ed il secondo nelle vesti di candidato a sindaco di quell’area politica – hanno affrontato diverse tematiche su alcune delle quali appare opportuno fare degli approfondimenti. Iniziando dall’ex consigliere regionale, prima di occuparci del merito delle questioni trattate, va evidenziato come paradossalmente l’aspetto più significativo sia rappresentato dalla decisione di Pitaro di rilasciare delle pubbliche dichiarazioni, fatto molto raro se non addirittura unico. Tale decisione, che stravolge il consueto modus operandi di Pitaro, porta ad interrogarsi su cosa lo abbia indotto ad un passo del genere, essendo egli notoriamente un fine “stratega”, che non fa mai nulla senza una ragione ben precisa e si muove solo dopo aver attentamente ponderato ogni decisione. Sul punto riteniamo non azzardato ipotizzare che a indurre Pitaro possa essere stata qualche preoccupazione in relazione alle sorti della competizione elettorale che egli ritiene di poter risolvere, o comunque attenuare, con la sua pubblica uscita. Se così dovesse essere, Pitaro dimostrerebbe di essere molto più prudente e più conscio della realtà rispetto a Muzzopappa il quale, per come vedremo, spesso e volentieri si abbandona a dichiarazioni trionfalistiche relative ad una sua affermazione già al primo turno, dichiarazioni che – dopo gli abbandoni di Bevilacqua, Consoli, Luciano e Ranieli – a nostro avviso non hanno ragione di esistere. Quanto al merito delle dichiarazioni di Pitaro, occorre osservare come alcune di esse confermino in toto quello che avevamo sostenuto nel nostro intervento del 6 aprile in ordine allo scioglimento di Città Futura ed al “collocamento” dei suoi uomini nelle altre liste che sostengono Muzzupappa. Se Pitaro dovesse riuscire effettivamente a piazzare i suoi uomini nelle altre liste, porterebbe a termine un’operazione che gli consentirebbe di riconfermare in Consiglio tutti gli uscenti di Città Futura senza rischiare di perderne per strada più di qualcuno. Basti pensare che alla scorsa tornata elettorale l’ultimo degli eletti, Antonino Roschetti, ha ottenuto 250 voti e gli altri, rispettivamente, 288 (Cutrullà), 299 (Tucci), 309 (Termini) e 317 (Ursida). Ebbene, chi potrà competere con loro nel polo di centro? Fra pochi giorni, al momento del deposito delle liste, vedremo se alla “legittima furbizia” di Pitaro corrisponderà l’ingenuità di chi si trasformerà in un semplice portatore d’acqua. Passando agli altri temi, riteniamo che alcune dichiarazioni non possano essere condivise poiché non sono all’altezza di un politico della sua caratura. Ci riferiamo al presunto killeraggio del quale ritiene di essere vittima da parte di alcuni giornali, i quali – a suo dire – farebbero politica sul chiacchiericcio, attaccandolo per delegittimare il polo di centro. Va premesso che Pitaro è un personaggio pubblico e, pertanto, tutto ciò che attiene alla sua persona sotto questo profilo potenzialmente diventa una notizia. Se quei giornali, ai quali si riferisce Pitaro hanno ritenuto che quanto scritto dalla Dda di Catanzaro (di questo si tratta, è inutile fare gli ipocriti) nei suoi confronti fosse di interesse pubblico, decidendo pertanto di dare la notizia, non hanno fatto politica, ma semplicemente il proprio mestiere. La politica la fanno, casomai, quegli organi d’informazione che nascondono determinate notizie, privilegiando l’arresto del ladro di polli. Chiarito questo passaggio, va aggiunto che Pitaro – se ritiene che quanto scritto dai magistrati (non dai giornali, che si sono limitati a riportarlo) lo denigri – ha tutte le ragioni del mondo ad esternare il proprio sconcerto e la propria indignazione.
Per quanto concerne la nota stampa di Muzzopappa, bisogna chiedersi se poggi su un fondamento solido il “veemente attacco” di quest’ultimo all’Istituto di criminologia, con le conseguenti minacce di rivolgersi al ministro dell’istruzione Valditara per la presunta violazione della legge sulla par condicio asseritamente commessa dal rettore del predetto Istituto, di cui ha chiesto le dimissioni immediate. Occorre puntualizzare che la normativa ritenuta violata da Muzzopappa disciplina le modalità di accesso ai mezzi di informazione durante la campagna elettorale per garantire la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici e non si occupa dei mancati inviti ai convegni. Pertanto a noi sembra che il “mancato invito” sia stato vissuto, a torto o a ragione, come capitis deminutio personale e che si sia tentato di trasformarlo in una violazione della normativa sulla par condicio. Passando a temi più interessanti, va evidenziato come Muzzopappa anche nella nota stampa abbia ribadito la propria convinzione di poter vincere al primo turno. Nel prendere atto di questo assunto, non possiamo evitare di chiederci quali siano gli elementi che inducono il candidato a sindaco a ritenere di poter conseguire un risultato del genere. Le elezioni non si vincono con i proclami, ma con i numeri, ed ogni valido ragionamento sul punto non può prescindere da essi; in questo contesto va ricordato che alla scorsa tornata elettorale votarono circa diciannovemila elettori, e che il prossimo 8 e 9 giugno, sia a causa del crescente sentimento di disaffezione verso la politica che della contrazione del numero dei residenti, è prevedibile un numero di votanti inferiore. Presumendo che a recarsi alle urne possano essere mille elettori in meno, per vincere al primo turno Muzzopappa dovrebbe ottenere almeno 9001 voti, numeri questi che, francamente, con tre candidati in campo, non ci sentiamo di assegnargli. Riteniamo invece molto più realistico che egli, per poter approdare al turno di ballottaggio, dovrà superare un difficile confronto con il candidato del centrosinistra.
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