Comune di Vibo, l’opposizione solleva la problematica della gestione del Parco Archeologico Urbano
Il capogruppo di Vibo Democratica, Marco Miceli, affronterà la questione relativa allo stato in cui versano i siti storici della città, durante la seduta del "Question Time", prevista per la mattinata odierna, a palazzo Luigi Razza


“La città di Vibo Valentia dispone di un importante patrimonio storico archeologico, che merita di essere valorizzato e reso fruibile, anche in un’ottica di favorire lo sviluppo turistico, economico e culturale. Basti pensare che abbiamo la cinta muraria di età greca meglio conservata nel Sud Italia – presenti le torri e l’alzato – che può essere considerata un unicum, così come unici ed esclusivi sono i bellissimi mosaici -pavimenti musivi – delle terme romane di Vibo – sito archeologico S. Aloe -, ristrutturati ma chiusi al pubblico”. A dichiararlo è Marco Miceli, capogruppo di Vibo Democratica in Consiglio comunale, il quale, nella mattinata di oggi, lunedì 8 maggio, durante la seduta del “Question Time” a palazzo Luigi Razza, intende interrogare il sindaco Maria Limardo sulla gestione e lo stato in cui versano i siti archeologici del capoluogo. “Il Comune di Vibo Valentia, – spiega Miceli – nel gennaio del 2021, ha indetto, in accordo e su approvazione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria, un avviso relativo ad una manifestazione d’interesse per la selezione di associazioni/fondazioni/organizzazioni culturali di volontariato, ovvero di loro raggruppamenti, cui affidare la gestione del Parco Archeologico Urbano della Città di Hipponion-Valentia, per lo svolgimento, previo stipula di una convenzione, che dovrà essere sottoscritta dall’affidatario e dal Comune con l’approvazione della Soprintendenza, delle attività di gestione, salvaguardia, fruizione, valorizzazione, manutenzione ordinaria e integrata del Parco, in ausilio all’attività svolta, con proprio personale, qualora presente e disponibile, dal Comune e dalla Soprintendenza. [Continua in basso]

“Il Parco – prosegue il consigliere – è costituito dalle seguenti aree e siti archeologici: Area archeologica delle Mura Greche di proprietà statale; Area archeologica del Còfino di proprietà statale; Area archeologica del Belvedere-Telagrafo di proprietà comunale; Area archeologica di S. Aloe di proprietà comunale; Castello di Bivona di proprietà comunale; Area archeologica di San Leoluca di proprietà comunale; Complesso di Santa Chiara di proprietà comunale”. I suddetti siti sono stati assegnati alle associazioni che si sono aggiudicate l’affidamento della gestione a maggio del 2021. “Nel maggio 2022 – dichiara il capogruppo di Vibo Democratica – abbiamo interrogato il sindaco lamentando che, a distanza da un anno dall’assegnazione dei beni, la maggior parte dei siti fossero chiusi e non fruibili, e che versassero in uno stato di incuria e abbandono e l’assessore delegato dal sindaco ha attribuito la responsabilità dei ritardi alla burocrazia, alle cattive condizioni di alcuni siti e alla Sopraintendenza. A distanza di due anni dall’assegnazione dei beni, e di un anno dalle promesse dell’assessore, ancora oggi la maggior parte dei siti in questione sono chiusi, non fruibili, non valorizzati e abbandonati a se stessi“. A tal punto, Miceli chiede al sindaco Limardo di “riferire se sono state superate le criticità evidenziate, quali sono i motivi per cui i siti non sono ancora fruibili, se sono in vigore le convenzioni con le associazioni aggiudicatarie dell’affidamento per la gestione e quali azioni intende intraprendere affinché il nostro patrimonio archeologico, quale inestimabile risorsa di Vibo Valentia, possa godere al più presto della giusta valorizzazione”.
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