sabato,Aprile 20 2024

Comunali nel Vibonese: sei “nuovi” primi cittadini, ecco come cambia lo scenario politico provinciale

Cocente sconfitta a Sant’Onofrio per l’ex presidente della Provincia Gaetano Bruni. Riconferme a Parghelia e Filandari, svolta a Dinami dove l’uscente Ciccone non viene riconfermato mentre a Gerocarne nessuno degli uscenti si è ripresentato. A Nardodipace una lista ottiene zero voti, mentre riconquista il Municipio Romano Loielo, già sciolto due volte per infiltrazioni mafiose

Comunali nel Vibonese: sei “nuovi” primi cittadini, ecco come cambia lo scenario politico provinciale
Antonino Pezzo

Sei nuovi sindaci per il territorio vibonese, con tre riconferme, un ritorno e due primi cittadini eletti per la prima volta. Questo il risultato delle elezioni comunali che viene fuori dalle urne, con alcuni casi che si prestano a valutazioni anche fuori dagli stretti “confini” politici. Andiamo con ordine. A Sant’Onofrio non ha portato bene al gruppo di Giuseppe Alibrandi l’aver “sfiduciato” il sindaco uscente Antonino Pezzo che si è preso la rivincita venendo confermato alla guida politica del Municipio dopo la prima vittoria nel 2021. A dargli una buona mano nell’impresa, alcuni consiglieri comunali uscenti ed anche l’ex consigliere regionale – nonché attuale segretario provinciale dll’Udc – Salvatore Bulzomì, sceso in campo in prima persona e che conquista un posto in Consiglio comunale. Pezzo ha la meglio non solo su Giuseppe Alibrandi, ma soprattutto su Gaetano Ottavio Bruni, ex presidente della Provincia che non aveva esitato a ricandidarsi con una compagine che comprendeva non solo esponenti del centrodestra che avevano voltato le spalle a Pezzo (lo stesso Bruni è espressione dell’Udc, ma il segretario provinciale Bulzomì si è schierato da ben altra parte), ma anche lo storico gruppo di centrosinistra ruotante attorno alle “Tre Spighe” dell’ex sindaco Onofrio Maragò che vedeva alcuni esponenti candidati nella lista a sostegno di Bruni. La sconfitta politica maggiore a Sant’Onofrio la ottiene, quindi, oltre alla persona di Bruni (che non è riuscito neanche  a presentare una lista con dieci consiglieri, essendosi fermato a nove), soprattutto il gruppo “Tre Spighe”, arrivato alla sfida contro Antonino Pezzo senza un proprio candidato ma chiedendo il voto agli elettori per…Gaetano Ottavio Bruni. Risposta degli elettori arrivata in maniera chiara: bocciatura per il gruppo locale di centrosinistra e bocciatura per Gaetano Ottavio Bruni che ne ha accettato l’alleanza. [Continua in basso]

Antonio Landro

Situazione politica immutata, invece, a Parghelia, dove si riafferma sindaco Antonio Landro, esponente locale del Pd, che ha la meglio sul consigliere comunale uscente Daniele Vasinton. Il divario di consensi fra i due – già vistoso cinque anni fa – non è stato colmato e Landro si riconferma primo cittadino, rappresentando di fatto Parghelia una delle poche “roccaforti” del centrosinistra vibonese.

Svolta politica a Dinami, dove Antonino Di Bella ha la meglio sul sindaco uscente Gregorio Ciccone e su Carmelo Callà. Già con diverse esperienze amministrative alle spalle (Antonino Di Bella è stato anche vicesindaco a Dinami), buona parte della campagna elettorale si è giocata in paese su favorevoli e contrari alla realizzazione sul territorio comunale di una discarica provinciale. Idea portata avanti dal sindaco uscente Gregorio Ciccone che non ottiene però la riconferma e lascia così la guida politica del Municipio.

A Filandari, invece, riconferma per Rita Fuduli. Tre le liste in campo, ma una – alla luce dei numeri – si rivela poco più di una “lista Civetta” – con soli 9 voti ottenuti da Enzo Deodato, che fa il “gioco” del primo cittadino uscente che ottiene 910 voti, ben 735 in più del gruppo “Filandaresi uniti per il cambiamento” guidato da Fortunato Rotella, fermo a 175 consensi.

Totale rinnovamento – almeno sulla cartaa Gerocarne dove il sindaco uscente, Vitaliano Papillo, non è stato della “partita” lasciando il campo al giovanissimo Pasquale Vivona contrapposto a poco più di una lista rivelatasi “Civetta”, guidata da Luigi Crispo e che si è fermata a 93 preferenze. Per il piccolo centro delle Preserre vibonesi si apre ora la fase più difficile perché l’entusiasmo dovrà necessariamente fare i conti con l’esperienza amministrativa (che non c’è) e con una situazione ambientale non fra le più favorevoli e dove i rischi di “contaminazioni” esterne sono sempre dietro l’angolo.

Romano Loielo

Infine la situazione più delicata, vale a dire il Comune di Nardodipace. Ci eravamo occupati con un’apposita inchiesta giornalistica sui candidati shock al Consiglio comunale ed anche fra le fila degli aspiranti primi cittadini. Ha vinto Romano Loielo per soli nove voti di differenza sul vicesindaco uscente Samuele Maiolo (il primo cittadino Antonio De Masi non si è ricandidato). Situazione delicata a Nardodipace in quanto il vincitore, Romano Loielo, è stato già due volte sindaco, ma entrambe le sue amministrazioni (2011 e 2015) sono state sciolte dal Consiglio dei ministri – su proposta del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Vibo Valentia – per infiltrazioni mafiose. Loielo ha scontato i turni di incandidabilità (probabilmente il legislatore non poteva immaginare che due scioglimenti per infiltrazioni mafiose non sono sufficienti ad alcune latitudini per allontanare chiunque dalla scena politica), ma le motivazioni dell’ultimo scioglimento – confermato dai giudici amministrativi – resta nero su bianco e non è stato tenero nei confronti di Romano Loielo: “Vero ed unico pilastro portante dell’impianto criminale, catalizzatore di interessi pubblici, privati e delinquenziali. Solo attraverso la comprensione del grado di scaltrezza, arroganza, spregiudicatezza ed indifferenza alle leggi dello Stato ad opera del primo cittadino Loielo Romano, fulcro e accentratore di tutte le funzioni dell’ente Comune è infatti possibile affermare – ha rimarcato la relazione della Prefettura di Vibo Valentia nel 2015 – non soltanto l’esistenza di un profondo condizionamento dell’ente da parte della criminalità organizzata, ma il suo totale asservimento alle logiche ‘ndranghetiste”. [Continua in basso]

Romano Loielo e Bruno Censore al ristorante

In tale contesto va evidenziato a Nardodipace un caso più unico che raro: la terza lista con candidato a sindaco Fabio Tassone e sette aspiranti consiglieri comunali h ottenuto 0 (zero) voti. E’ democrazia presentare una lista e non sforzarsi neppure di far finta che la stessa sia in competizione? Gli 8 (sette più il candidato a sindaco) candidati che non hanno votato neanche per sé stessi, verso chi hanno dirottato i voti? E perché si sono prestati a “scendere” in campo per poi girare i propri consensi ad altro schieramento? Fabio Tassone e compagni non hanno nulla da dire al riguardo? Da segnalare, infine, che nei giorni scorsi – e quindi dopo la nostra inchiesta sui profili shock dei candidati a Nardodipace – Romano Loielo è stato fotografato in un ristorante di Ariola, unitamente ad alcuni suoi “fedelissimi”, in compagnia dell’ex deputato del Pd Brunello Censore. Che ci faceva Censore a cena con il vicesegretario provinciale dell’Udc, Romano Loielo, che dovrebbe essere un suo avversario politico? Trasversalismi che resta da capire dove porteranno. Per ora alla vittoria a Nardodipace di Romano Loielo dove le “scommesse” sono da ieri aperte su quanto potrà durare un’amministrazione con eletti già attenzionati per ben due volte dal Viminale e dalla Prefettura.

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