Il Corsivo | Giunta Limardo senza maggioranza mentre in Consiglio si pensa solo alle prossime elezioni
L’opposizione “annacquata” del M5S e il “caso” Policaro. La coalizione di centrodestra, il Polo di centro e una sinistra allo stato in enorme difficoltà per formare liste competitive. Ecco gli scenari futuri e i ruoli dei protagonisti palesi e occulti


Gli avvenimenti che hanno caratterizzato l’ultimo Consiglio comunale da un lato certificano l’inconsistenza numerica dell’esecutivo, che si affianca a quella politico-amministrativa già conclamata da tempo, e dall’altro confermano che ormai l’interesse generale è proiettato verso le prossime consultazioni amministrative. La prova di ciò viene fornita dalla circostanza che, nonostante gli importanti punti all’ordine del giorno, il dibattito e le discussioni sono state e sono incentrate solo sulla vicenda Policaro. Prima di affrontare le questioni inerenti al rinnovo della massima assise comunale, riteniamo utile aprire una parentesi sul predetto pomo della discordia, poiché alcuni interventi critici appaiono veramente surreali data la fonte da cui provengono. I fatti sono noti: il sindaco Limardo si è salvato grazie alla presenza in aula del consigliere di opposizione del gruppo “Vibo Democratica” Giuseppe Policaro, il quale ha giustificato la sua scelta facendo riferimento al proprio senso di responsabilità verso la città. Sul punto è stato particolarmente duro Domenico Santoro, capogruppo del M5S, per il quale Policaro ha confermato di essere più che un consigliere di opposizione uno a sostegno dell’esecutivo. Non sappiamo se il convincimento di Santoro sul modus operandi di Policaro sia influenzato dalla circostanza che quest’ultimo abbia ottenuto, con i voti della maggioranza, prima l’incarico di vicepresidente del consiglio e poi quello di componente del consorzio “Costa degli Dei” oppure da altre circostanze, certo è che l’esponente del M5S è l’ultimo a poter muovere accuse a Policaro. In tema di opposizione annacquata Santoro non è secondo a nessuno, l’unica differenza con l’esponente di “Vibo Democratica” attiene alle modalità adottate: tanta caciara, un’opposizione urlata senza alcun risultato tangibile, comportamenti concreti miranti ad evitare brutte figure all’esecutivo. A titolo esemplificativo basti ricordare l’interrogazione proposta in ordine alla mancata rendicontazione dei seicentomila euro di contributi ottenuti dal Comune nell’ambito di “Vibo capitale del libro”, interrogazione poi lasciata cadere nel nulla, consentendo così all’amministrazione di non fornire alcun chiarimento sull’accaduto; il non essersi recato al seggio elettorale in occasione dell’elezione del presidente della Provincia, impedendo di fatto al candidato di centrosinistra di prendere più voti nel comune capoluogo rispetto all’antagonista di centrodestra. Infine, tanto per non farsi mancare nulla e completare la sua sapiente opera di supporto occulto, in tempi più recenti la ciliegina sulla torta è stata rappresentata da quell’enorme boutade secondo la quale non avrebbe votato alcuna mozione di sfiducia al sindaco perché in questo modo intendeva “punirla”, costringendola a rimanere sul gradino più alto di palazzo Razza sino alla fine del mandato. La città è piccola e la gente mormora sul perché di tutto questo, ma noi preferiamo chiudere questa parentesi stendendo un velo su queste miserie politiche e rilevando solo come, alla luce di quanto scritto, Santoro ricorda molto quel famoso bue che da’ del cornuto all’asino. Tornando al tema principale, va detto che non tutti hanno le idee chiare sulle future consultazioni ed infatti, anche nel corso della conferenza stampa organizzata a margine dei lavori del Consiglio comunale da Pd, M5S, Progressisti per Vibo e Vibo Democratica al fine di stigmatizzare il comportamento di Policaro, si è parlato di una coalizione di centrosinistra da contrapporre a quella di centrodestra, immaginando un confronto a due che attualmente non rispecchia il quadro reale. Sembra che a sinistra si faccia politica con i paraocchi e non ci si accorga che a Vibo esiste anche un polo di centro, verso il quale hanno dichiarato pubblicamente il proprio interesse l’Udc, Noi Moderati, l’ex senatore Bevilacqua ed il suo movimento, Stefano Luciano ed il gruppo dirigente di Azione, e con comportamenti concreti anche i componenti di “Città futura”, tutti vicini all’ex consigliere regionale Vito Pitaro. Alla luce di questi fatti, che possono piacere o non piacere, ma certamente non possono essere ignorati, continuare ad ipotizzare un confronto a due significa voler parlare alla luna. Errore questo, che, contrariamente alle forze di sinistra, non intende commettere il centrodestra. Infatti nella serata di lunedì si è svolta una riunione nella sede cittadina di Forza Italia tra quest’ultimo partito, la Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati e l’Udc per iniziare a ragionare sul candidato a sindaco, ma soprattutto per tamponare fughe in avanti da parte di quei partiti che hanno manifestato interesse verso il polo di centro. Delineato in questi termini il quadro globale, occorre soffermarsi sulle varie tematiche che caratterizzano e differenziano i tre “Poli”. In questo momento la posizione più ingarbugliata si registra nella coalizione di centrodestra, dove Forza Italia è alle prese con la ricandidatura della Limardo, avanzata da Mangialavori ma osteggiata da quasi tutti gli altri partiti della coalizione. A rendere ancor più arduo il compito del coordinatore provinciale Michele Comito concorre la circostanza che il parlamentare sta vivendo un periodo poco felice: alcune intercettazioni emerse nell’ambito dell’inchiesta Maestrale-Carthago della Dda di Catanzaro lo hanno, a nostro avviso, fortemente depotenziato politicamente, per cui oggi non è più in grado di imporre nulla, e tra le altre cose tale situazione di “debolezza” sarà destinata ad accentuarsi nel momento in cui la normativa permetterà ai mezzi di informazione di poter pubblicare altre intercettazioni facenti parte del compendio probatorio della medesima inchiesta. Se a questo si aggiungono le rivendicazioni di Fratelli d’Italia di voler indicare un proprio uomo alla carica di sindaco e la posizione di alcuni partiti della coalizione, dichiaratamente contrari all’ipotesi di un Limardo bis, i margini per l’attuale sindaco si riducono drasticamente. Nella coalizione di sinistra i problemi non attengono al nome del candidato a sindaco ma, ancora più a monte, alla capacità dei partiti di formare liste competitive. Diciamolo chiaramente: il Pd è ridotto ai minimi termini avendo l’attuale classe dirigente completamente fallito l’opera di aggregazione, i Progressisti per Vibo del consigliere regionale Lo Schiavo a livello comunale sono poca cosa, Umanesimo Sociale di Mimmo Consoli rappresenta poco più di una sigla vuota, ancor peggio le formazioni minori collocate a sinistra del Pd. In questo quadro desolante il M5S, nonostante il gran lavoro dell’on. Riccardo Tucci, difficilmente riuscirà a sopperire all’inconsistenza numerica degli alleati ed a porre la coalizione quantomeno in grado di poter partecipare ad un ipotetico ballottaggio nel caso in cui, come ormai sembra certo, saranno tre i candidati che si contenderanno la poltrona di primo cittadino. In questo momento, tra le problematiche che potenzialmente potrebbero creare attriti tra Forza Italia e Fratelli d’Italia e l’inconsistenza della coalizione di sinistra, a vivere giornate tranquille è il Polo di centro, proprio quello ignorato da Santoro ed avversato da Soriano, guardato invece con interesse, per come detto, da alcune formazioni collocate nell’area di centrodestra. L’impressione che si coglie è che oggi, in questa area di centro, la tematica principale non sia rappresentata dalla quadratura del cerchio sul nome del candidato a sindaco, bensì attenga alla formazione di una coalizione variegata ma coesa sulle problematiche di fondo che attanagliano la città. Per il resto non possiamo che ribadire i concetti già espressi alcuni mesi fa: fin quando Vito Pitaro e Stefano Luciano, con le rispettive formazioni politiche, resteranno uniti e si dimostreranno reciprocamente leali eserciteranno una fatale forza di attrazione che porterà l’area di centro ad assumere un ruolo assolutamente determinante sull’esito della competizione elettorale.
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