domenica,Novembre 10 2024

Caso teatro Vibo, Speziali (Udc) al sindaco Limardo: «Troppa approssimazione, faccia un passo indietro»

L’analisi del responsabile regionale del partito non risparmia il presidente della provincia L’Andolina: «Fondi per le strade vibonesi? È stato il ministro Salvini a emanare il decreto»

Caso teatro Vibo, Speziali (Udc) al sindaco Limardo: «Troppa approssimazione, faccia un passo indietro»
Maria Limardo

Vincenzo Speziali, responsabile regionale Calabria e membro della Direzione nazionale dell’UdC, interviene sul caso teatro di Vibo Valentia. Un argomento che sta suscitando ampio dibattito politico. «È vero, qualcuno dirà che io sfotto -e se per questo non solo lo ammetto, bensì lo confermo, aggiungendo pure che mi riesce bene (anche perché gli spunti sono tanti e chi me li offre rappresenta non classe politica, bensì figuranti dediti al politicume)- epperò se così mi comporto è per un semplice motivo: già gli argomenti che tratto sono piuttosto seri, ma se non si agevola la divulgazione del mio pensiero -si badi bene: pensiero forte!- la gente, già giustamente distante (perché delusa da molti di coloro i quali calcano il proscenio delle istituzioni, più da abusivi, in luogo alle cooptazioni), dicevo le persone non ti seguono e non comprendono, né tantomeno sono indotte ad ammettere la differenza che intercorre tra chi è un politico, quale sono io e chi o non lo è, oppure incarna il fallimentare pressapochismo, al netto del ridicolo. Ciò premesso ricordiamo due o tre cose, in quanto sottacere, né si può né si deve, proprio per rispetto ai cittadini e in ossequio alla verità. Difatti, allorquando la sindaco/a uscente, cioè l’avvocato/avvocatessa Limardo Maria, assieme con le sue due assessore ai Lavori Pubblici e la di lei collega alla Cultura, giungono ad arzigogolare ‘scusette da suffragette’ (termine che indica: “donne che appartenevano a un movimento di emancipazione femminile, che voleva ottenere il diritto di voto. In generale, comunque, il termine si usa per indicare qualsiasi donna che ha combattuto per conquistare i suoi diritti”), dicevo se le tre costoro giungono a siffatta approssimazione circa l’inaugurazione del teatro comunale vibonese che riapre dopo trent’anni, potremmo ridere o piangere, a seconda dei casi o delle personali sensibilità».

Nel riquadro il sindaco Maria Limardo

«Basterebbe ricordare, solamente l’accaduto della manifestazione inaugurale succitata e il suo -sconcertatamente seguito (proprio per le dichiarazioni ‘sindachesche’) per far sorgere il dubbio come l’inaugurazione stessa sia stata (probabilmente?) ‘ad usum delphini’ elettoralistici (sempre della uscente sindaca, di per sé ‘pencolante’). Ella, infatti, un giorno dice una cosa e quello dopo un’altra differente e contraddittoria, al punto tale da far paragonare il suo discorrere non ad una zattera nel mare in tempesta (chiaramente del ridicolo), semmai nell’oceano della sfrontatezza: insomma, si direbbe a Napoli, ‘acca’ nisciuno è fessa!». «In verità, da quanto emerge e da quel che si dice, l’approssimazione, madame Limardo, l’ha dimostrata in ben altre, plurime e reiterate occasioni, epperò -please!- farebbe bene, prima della sua elettoralistica caduta o slavina, fare non uno, bensì cinquanta passi indietro, poiché occhio e croce, se la coalizione centrista, è nata (soprattutto dalle ceneri di buona parte del centrodestra, anzi solo da esso), non si può che riflettere in tal senso e codesto modo. Sul punto, il segretario provinciale del mio Partito (l’UdC), ovvero l’amico Salvatore Bulzomì, ha ben compartecipato alla creazione dell’aggregazione centrista moderata, la quale si prefigge di vincere (come avverrà), alfine di garantire une efficiente Amministrazione Comunale, per il capoluogo tirrenico, quindi a favore, giubilo e soddisfazione dei cittadini, i quali prima di essere corpo elettorale, sono, innanzitutto persone (“Ogni persona è un universo”. Aldo Moro, Università di Bari, 8 novembre 1942)».

Corrado L’Andolina

«Ma non finisce qui, perché sempre in quel di Vibo, troviamo assiso quale presidente -pro tempore- dell’Ente Provincia, il buon Corrado L’Andolina -mi auguro non aduso alla ‘manfrina di sua cucina’- che, a sua volta, ricorda il famoso ‘Smemorato si Collegno’, poiché omette un particolare non da poco, in merito ai danè pubblici, destinati per le strade del comprensorio di sua pertinenza amministrativa. Anche qui mi spiego, proprio per dimostrare che seguo ogni evento, conosco i fatti, disprezzo le imposture omissive e confermo quanto un politico non solo deve fare, bensì è soprattutto, essere (altrimenti, non vi sono differenze e i voti, non si ha la credibilità di chiederli). Ben vengano -e ci mancherebbe altro che così non fosse- le tabelle progettuali della Provincia, in merito alla questione del potenziamento e miglioramento viario delle strade in loco, così come plauso, tappeto rosso e tanto di cappello, al parlamentare vibonese Mangialavori, il quale ha presentato l’emendamento approvato, ma tutto ciò è stato possibile, in quanto il Ministro al ramo, ovvero Matteo Salvini, ha emanato ‘ex tunc’ il decreto apposito, che ha permesso ciò.  Ragione per cui, al netto del doveroso comportamento istituzionale, diamo ‘a Cesare, ciò che è di Cesare, ad Antonio, ciò che è di Antonio e a Pompeo quanto è di Pompeo’, sennò ‘mi scappa la penna, mi si affila la lingua, mi si aguzza il mio notorio dramma del pensiero’ e il sottoscritto si ritrova costretto a dover ricordare ‘Urbi et Orbi’ (ed Orbi non sta per i non vedenti), come stanno le cose veramente e quanto qualcuno diverso da me autocelebri se stesso in modo effimero. E, da par mio, devo ricorrere, raccontando e dimostrando il vero, al netto dello sfottò, menzionato in incipit». «Ordunque chiudiamola quì, poiché per i pochi i quali non mi conoscono, avviso sin da subito che qualora avessi io una replica, ribatterei con immediatezza, senza sconti di sorta, bensì consacrando laicamente, ogni riflessione sull’altare della verità. Qualora gli improvvidi osassero tanto, sono avvertiti, perché al contrario di molti, studio, conosco e vivo i territori del mio collegio elettorale. E sempre io, la politica, la faccio per passione disinteressata e in difesa degli interessi di tutti i cittadini, non per ‘pennacchistica’, oppure perché devo darmi un tono e coprire tante frustrazioni, che albergano in altrui soggetti».

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