Rimpasto di Giunta a Vibo, il Pd non fa sconti: «Ennesimo ricatto dei partiti» (VIDEO)
Il gruppo consigliare democrat al Comune boccia senza appello le scelte di Elio Costa e avvisa: «La maggioranza è in mano ai leader politici ma l’allargamento dell’esecutivo non si può fare nemmeno modificando lo statuto»
“Non è contemplato dalla legge. È un sopruso, un’autentica vergogna”. Il Partito democratico leva gli scudi e “chiama alle armi” sollevandosi contro l’ultimo provvedimento annunciato dal sindaco di Vibo Valentia, Elio Costa, di rimodulare la Giunta e allargare l’esecutivo comunale portando a 10 il numero degli assessori e istituendo la delega all’Immigrazione che, secondo le intenzioni, andrebbe alla consigliera di maggioranza Katia Franzè.
Per denunciare incongruenze e impedimenti legislativi che ostacolerebbero il progetto di allargamento e, soprattutto, ribadire la natura di un’amministrazione nata civica e finita “ostaggio dei partiti”, il gruppo consiliare del Pd di Vibo Valentia ha tenuto questa mattina una conferenza stampa nella sede della federazione provinciale democrat.
Qui, alla presenza del segretario provinciale del Pd Enzo Insardà, del capogruppo Giovanni Russo, e dei consiglieri d’opposizione Sabatino Falduto, Antonia Massaria, Stefania Ursida, Giuseppe Cutrullà e Pasquale Contartese, sono stati snocciolati i motivi per i quali la scelta del sindaco è da ritenersi inopportuna.
«Evidentemente – ha riferito il segretario provinciale del Pd – mandare a casa assessori e aumentarne il numero, è l’unica esigenza di questa maggioranza. È questo un fatto sul quale ognuno di noi deve riflettere – ha aggiunto Insardà -: Vibo è una città ormai rassegnata a subire qualunque cosa. Questo è un sopruso, è una vergogna bella e buona, anche per le giustificazioni fornite dal sindaco sul cambio dell’assessore Scuticchio dal momento in cui lui stesso lo definisce un “ottimo assessore”. Se questa amministrazione manda a casa così un suo assessore, vuol dire che è in atto un ricatto da parte di esponenti politici, che dicono al sindaco: “se vuoi durare ancora devi mandare a casa questo o quello e mettere chi ti dico io”».
Quindi «l’appello ai cittadini di buona volontà: di rendersi conto di chi sta amministrando questa città e ad essere protagonisti, a non rassegnarsi al peggio. Sicuramente questa amministrazione non sta portando avanti l’impegno che aveva promesso. Non è più in grado di amministrare questa città». Poi una riflessione a margine sulla nuova annunciata delega: «Questa città ha davvero bisogno di un nuovo assessore all’immigrazione?» ha chiesto il segretario Pd. «Davvero questo è un fatto così importante da assegnare una delega che ci costa 30mila euro l’anno? Viene data perché c’è una grande esperienza su questo settore da parte di chi ricoprirà questo incarico o per altre ragioni? In ogni caso – ha concluso – noi non siamo più disponibili a dare stipendi gratis».
Vibo, per il Pd il rimpasto di Giunta “non è consentito dalla legge Delrio”
Dal capogruppo Russo subito un dato in rilievo: «La colazione di maggioranza è di centrodestra. Da quando è nata, di tutto si è occupata fuorché amministrare questa città. Pur avendo conseguito una vittoria larga il sindaco Costa è stato impegnato ad accontentare le varie forze politiche, al fine di garantire la solidità di una maggioranza che di solido ha avuto ben poco da subito, ma che è stata messa insieme solo per soddisfare appetiti di potere, per occupare poltrone e niente più. In due anni – ha proseguito – sono stati cambiati sei assessori: De Filippis, Alessandria, De Marco, Cutrì, Imeneo e Scuticchio. Se questo non è un fallimento, come altro potremmo aggettivarlo».
Nel merito della rimodulazione e allargamento della Giunta, Russo ha chiarito: «Sono convinto che siano stati commessi diversi errori: intanto nella forma, perché non è ammissibile che il sindaco e il presidente del Consiglio (che dovrebbe essere super-partes) e il rappresentante del principale partito di maggioranza (Forza Italia), annuncino un rimpasto in una conferenza stampa, convocando peraltro solo una parte della stampa, e non lo facciano invece nella sede istituzionale più consona. Questo è un grave sgarbo istituzionale. Nella sostanza, poi, la legge Delrio non consente alla città capoluogo la nomina del decimo assessore, nemmeno con la modifica dello statuto comunale. Questo è un nuovo scivolone dell’attuale maggioranza».
Quindi la domanda: «Qualora si potesse fare (ma restiamo convinti che non si possa fare) un decimo assessore, questo comporterebbe una spesa di 2.500 euro lordi al mese che, per 12 mesi, fanno 30mila euro che, per i tre anni rimanenti, fanno 90mila euro lordi. Questa amministrazione in dissesto improvvisamente ha trovato fondi di bilancio per creare una nuova poltrona? Come sono stati trovati e perché non sono stati utilizzati per risolvere qualche criticità del Comune?» .
Infine Russo non ha mancato di evidenziare la “grande preoccupazione” per «quanto sta succedendo a causa dei mancati controlli da parte di un’amministrazione che era stata eletta al grido di “legalità e trasparenza”. Noi ne abbiamo vista ben poca e a tal riguardo attendiamo fiduciosi che la magistratura faccia chiarezza sui fatti disumani accaduti al cimitero di Bivona». In conclusione anche da Russo è giunto un appello «alle forze sane della città. Continuare a piangersi addosso non ha più senso. Chi ha buona volontà e crede nel futuro della città – ha detto – si sieda intorno a un tavolo e inizi a stilare un programma alternativo. Noi ci appelliamo alla classe politica e imprenditoriale, alle associazioni. Lo facciamo senza pregiudizi e senza steccati. Vibo, in questo momento, appare come quel passeggero a cui è stato cancellato un volo e attende di sapere su che aereo salire. Ecco, noi vogliamo contribuire ad indicare la direzione».
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