La scelta dell’amministrazione di intercettare i Modena City Ramblers per festeggiare il Capodanno vibonese, alimenta il dibattito cittadino. A prendere la parola, l’ex sindaco Maria Limardo, esponente della Lega: «Nonostante la crisi economica, nonostante l’allarme lanciato dagli Uffici Finanziari, nonostante le condizioni di abbandono in cui tutta la Città versa – scrive l’ex primo cittadino - il Comune di Vibo Valentia decide di spendere ben 33mila euro per portare i Modena City Ramblers a Capodanno la cui marcata connotazione politica è evidente a tutti, e usare soldi pubblici per una scelta così divisiva è semplicemente irresponsabile».

«Evento fuori luogo»

Per la Limardo «un evento comunale dovrebbe unire, non trasformarsi nell’ennesimo contentino ideologico per una parte politica. A Capodanno, poi, questa forzatura è ancora più fuori luogo.E qui sta il punto, qui stanno le vere ragioni della scelta: il sindaco, già indebolito dalle tensioni interne ed esplose dopo le regionali, appare sempre più un equilibrista preoccupato di tenere in piedi la sua maggioranza più che di governare. Asseconda le pressioni della componente più estrema della sua coalizione, sacrificando il buon senso e, soprattutto, l’interesse della città. Una scelta che serve a lui, non ai cittadini».

«Irrispettoso verso la comunità»

L’ex sindaco sottolinea: «Inseguire scelte così discutibili solo per blindare la propria tenuta politica non solo è miope ma è soprattutto irrispettoso verso la comunità e verso chi non si riconosce in certe posizioni. Quando si governa si governa in nome del popolo, di tutto il popolo perché amministrare non significa aggrapparsi alla poltrona ma significa decidere per il bene comune, anche quando è scomodo. Qui – scandisce - accade l’opposto. E mentre il sindaco rincorre compromessi politici per restare a galla, si allontana sempre di più dalla sua comunità, che invece vorrebbe vederlo impegnato su ciò che conta davvero: migliorare la vivibilità della città, affrontare i problemi quotidiani, dare risposte concrete. La verità – conclude - è che la soluzione era semplice: scegliere un evento per tutti. Bastava voler mettere davanti la città, e non la propria sopravvivenza politica».