«Sono un insegnante di ruolo in servizio a Civitavecchia (RM), vibonese fuorisede dai tempi dell’università». Inizia così la lettera di Daniele Armellino che scrive alla redazione de ilvibonese.it per rendere pubblica una sua riflessione in vista delle prossime elezioni regionali dopo le dimissioni del governatore Roberto Occhiuto. «E’ una lettera di parte», precisa il giovane docente per fugare ogni dubbio. «Le dimissioni del presidente della Regione hanno rappresentato qualcosa di inaspettato per la maggior parte delle cittadine e dei cittadini calabresi, così come per molti degli osservatori e degli addetti ai lavori», afferma il docente.

«Si è trattato – aggiunge – di dimissioni spiazzanti. Che siano una grande mossa strategica o l’ennesimo coup de théâtre di un politico bravissimo a comunicare, anche il nulla, credo non possa sfuggirci un elemento: la necessità da parte della coalizione di centrosinistra di approntare molto prima del previsto una strategia politico-elettorale (vincente?)». Da qui l’appello di Daniele Armellino ai dirigenti, ai consiglieri regionali, agli aspiranti tali, ai militanti, ai simpatizzanti dei partiti e dei movimenti del centrosinistra calabrese. «Vorrei chiedere loro di utilizzare bene questo breve intermezzo elettorale. Il fatto che, dopo quasi quattro anni, non si veda ancora in lizza un’alternativa credibile, ben congegnata e pronta ad affrontare la tenzone elettorale non mi fa ben sperare. Tuttavia, non voglio credere che tutto sia perduto. A costo di sembrarle naìf, io vorrei che stavolta il centrosinistra – continua il giovane – non venisse a chiedere voti: vorrei venisse a chiederci corresponsabilità. Vorrei che non si andassero cercando candidati che garantiscano pacchetti di voti, bensì persone che siano espressione vera e leale delle istanze di chi resta in Calabria e di chi se ne sta per andare, o se n’è già andato».

L’auspicio del nostro lettore è che il candidato della coalizione venga scelto attraverso primarie aperte: «Si potrebbero mobilitare tante persone così, no? Ci sarebbero magari brogli o irregolarità? Può darsi, ma non solamente quelli, tuttavia. Ci sarebbero partecipazione, dibattito, senso di appartenenza, corresponsabilità. Io vorrei sentirmi parte di una comunità, che cammina, che si muove, progredisce; non vorrei essere parte del contenuto di un pacchetto, che una volta svuotato si butta. Non sono cliente, sono cittadino. E credo tante e tanti la pensino così. Mi si dirà che non c’è tempo: può darsi.

Io, però, nel mio piccolo, ritengo non abbiano più tempo in Ucraina, dove i civili sono bersagliati e massacrati ogni giorno da droni e missili russi; penso non abbiano più tempo a Gaza, dove da mesi civili inermi vengono affamati a morte dal governo di Israele e dalla complicità pelosa e senza morale di Hamas. Ecco, lì non c’è tempo. Qui in Calabria, invece, il tempo lo perdiamo, rimandando sempre la svolta alle prossime elezioni. Ecco, ora Occhiuto ci ha tolto l’alibi del tempo. Che si fa? Kurt Vonnegut ci ha insegnato che ognuno di noi ha circa 80 ettari di Terra, del pianeta Terra, dei quali prendersi cura. Perché non metterli insieme i nostri 80 ettari? Magari si perderà un’elezione – conclude Daniele Armellino – ma si sarà guadagnata una comunità».