Seduta fiume di 12 ore per il via libera al documento di programmazione triennale. Criticità contabili ancora gravose ma non manca l’ottimismo dell’assessore. In maggioranza diventa evidente un nuovo assetto che prelude al rimpasto di giunta
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L'assessore Puntillo durante il suo intervento
Un Consiglio comunale fiume, durato ben 12 ore, dalle 10.30 alle 22.30. Quella di ieri è stata una vera maratona per l’Assemblea di Vibo, attraversata da tensioni politiche più o meno esplicite anche all’interno della stessa maggioranza, dove per l’intera seduta ha fatto rumore il silenzio ostentato del capogruppo Pd, Francesco Colelli, che ha disertato anche la cena con quei consiglieri che al termine della lunga seduta hanno deciso di rifocillarsi insieme quando ormai era notte inoltrata. A fargli da contraltare, c’è stato invece l’attivismo di Nico Console, che in diverse occasioni ha preso la parola per elogiare l’azione del sindaco Enzo Romeo. Atteggiamenti propedeutici all’imminente rimpasto di giunta che dovrà rispecchiare i nuovi equilibri politici nella maggioranza e portare nell’esecutivo un esponente della corrente alecciana.
Numerosi i punti all’ordine del giorno, ma quello più importante riguardava senza dubbio l’approvazione del Bilancio di previsione 2026-2028, illustrato dall’assessore al Bilancio del Comune di Vibo Valentia, Pina Puntillo, professoressa associata di Accounting all’Università della Calabria.
La manovra complessiva si attesta intorno ai 66 milioni di euro, al netto delle poste tecniche, con circa tre milioni destinati annualmente al ripiano del disavanzo. Restano dunque poco più di 63 milioni per finanziare le diverse voci di spesa.
Le entrate previste: Imu, Irpef e Tari
Dal lato delle entrate, il bilancio prevede complessivamente circa 28,8 milioni di euro di entrate tributarie. L’Imu rappresenta una delle principali fonti, con un gettito stimato in circa 5,3 milioni di euro, mentre l’addizionale Irpef è prevista per 4,8 milioni di euro. Di questi, tuttavia, solo 3 milioni risultano immediatamente spendibili, poiché circa 1,8 milioni, corrispondenti all’incremento dell’aliquota all’1,2 per cento, sono vincolati alla copertura del disavanzo nell’ambito dell’accordo di riequilibrio finanziario. La Tari è stimata in circa 7 milioni di euro, ma il Comune potrà utilizzarne effettivamente poco più di 4 milioni, mentre circa 3 milioni vengono accantonati a titolo prudenziale. In crescita l’imposta di soggiorno, che raddoppia rispetto al 2025 passando da 60mila a 120mila euro. Rilevante anche il contributo statale, che sfiora i 6 milioni di euro.
Boom nel recupero dell’evasione Imu: cartelle per 3,2 milioni di euro nel 2025
Un capitolo significativo riguarda il recupero dell’evasione, che ha fatto registrare un netto miglioramento, in particolare sull’Imu. Le riscossioni sono passate da circa 100mila euro nel 2023, pari al 6,5 per cento dell’emesso, a circa 900mila euro nel 2024, pari al 45,5 per cento. Nel 2025 gli avvisi di accertamento esecutivi hanno raggiunto i 3,2 milioni di euro. Questo miglioramento ha consentito anche una riduzione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, che resta comunque elevato, attestandosi intorno ai 9,9 milioni di euro, ma con una diminuzione di oltre 1,37 milioni rispetto al 2025.
Le poste extra tributarie in entrata
Le entrate da trasferimenti correnti ammontano a circa 9,83 milioni di euro, di cui 1 milione destinato al contributo per il risanamento finanziario e la parte restante vincolata prevalentemente ai settori dell’istruzione e del sociale. Le entrate extra tributarie sono stimate in 7,64 milioni di euro, con una forte incidenza del servizio idrico, pari a circa 4,5 milioni. Di questi, tuttavia, il Comune prevede di incassarne effettivamente circa 2 milioni, mentre la parte restante viene accantonata per prudenza.
Le note dolenti: la spesa
Sul fronte della spesa, circa il 70 per cento del bilancio, pari a circa 46 milioni di euro, è assorbito dalla gestione corrente. La prima voce resta il recupero del disavanzo, con quasi 3 milioni di euro annui, coperti per circa 1 milione dal contributo statale e per la parte restante dall’incremento dell’addizionale Irpef e dalla riduzione dei costi della politica. Le spese correnti complessive si attestano intorno ai 40 milioni di euro. Di questi, circa 6,5 milioni sono destinati al personale, quasi 20 milioni all’acquisto di beni e servizi, comprese le utenze e i servizi essenziali, circa 1 milione agli interessi passivi e una quota consistente agli accantonamenti, in particolare al Fondo crediti di dubbia esigibilità.
In aumento gli stanziamenti per la manutenzione, che nel 2026 raggiungono complessivamente circa 593mila euro, rispetto ai circa 521mila del 2025, con incrementi significativi per la manutenzione degli immobili comunali, delle scuole e del verde pubblico. Si registra inoltre un risparmio rilevante sugli affitti scolastici: nel 2026 la spesa scende a circa 445.650 euro, contro i circa 595mila euro del 2025, con un risparmio di circa 150mila euro grazie al completamento degli interventi di messa in sicurezza ed efficientamento di alcuni plessi.
L’indebitamento
Per quanto riguarda l’indebitamento, nel 2026 il Comune sosterrà circa 959mila euro di interessi passivi e circa 1,69 milioni di euro per il rimborso delle quote capitali. L’incidenza degli interessi resta ampiamente sotto il limite di legge, fissato al 10 per cento delle entrate correnti, pari a circa 4 milioni di euro, a fronte di una spesa effettiva di circa 1 milione.
L’ottimismo dell’assessore Puntillo
Nel complesso, pur in presenza di criticità legate all’elevata incidenza dell’evasione e agli accantonamenti ancora consistenti, l’assessore Puntillo ha delineato un quadro di cauto ottimismo. I risultati ottenuti sul fronte delle entrate e la validazione delle stime di gettito da parte dei ministeri competenti aprono la strada, nel medio periodo, alla possibilità di anticipare il recupero del disavanzo e di alleggerire la pressione fiscale, con l’ipotesi di rimuovere l’incremento dell’addizionale Irpef già a partire dal 2033.

