Sanità, Città attiva sulla Conferenza dei sindaci: «Bene la ritrovata unità dei primi cittadini, l’Asp è tenuta a dare risposte»
L'osservatorio civico confida nell'azione degli amministratori locali nel rivendicare maggiore attenzione per il territorio vibonese e invita i vertici dell'Azienda sanitaria a porre in atto azioni concrete per porre fine «alle discriminazioni che viviamo sulla nostra pelle»

Sulla Conferenza dei sindaci che si è svolta ieri pomeriggio a Vibo Valentia e ha visto al centro dell’attenzione i temi sanitari, interviene oggi l’osservatorio civico Città attiva che plaude all’unità mostrata dai sindaci e anche alla disponibilità al confronto della Commissione straordinaria dell’Asp vibonese, presente al completo, ma non manca di muovere delle critiche.
Le referenti Daniela Primerano, Francesca Guzzo, Ornella Grillo elogiano innanzitutto la volontà espressa dai primi cittadini «di rivendicare tutti insieme maggiore attenzione nei confronti del nostro territorio, in termini di risorse, di posti letto, di personale. Confidiamo molto in questa ritrovata unità – affermano -, su argomenti di vitale importanza, come la Sanità, anche perché riteniamo che se la provincia di Vibo Valentia ha subìto nel corso degli anni forti penalizzazioni, gran parte delle responsabilità sono da attribuire ad una classe politica incapace di rivendicare i diritti costituzionalmente riconosciuti, per cui ci aspettiamo da ora in avanti maggiore serietà e maturità nell’affrontare tematiche che incidono direttamente sulla vita dei propri cittadini».
Alla Conferenza erano presenti 29 sindaci su 50 e, con loro, anche la triade commissariale dell’Asp di Vibo composta da Vittorio Piscitelli, Gandolfo Miserendino e Gianluca Orlando. Il fatto che ci fossero i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, compreso il direttore amministrativo, è considerato un segnale positivo da Città attiva: «Abbiamo apprezzato molto la disponibilità al confronto, ed abbiamo accolto con grande favore anche la notizia dell’immediato ripristino della funzionalità della risonanza magnetica, dopo la nostra diffida, ma non possiamo al momento evitare di criticare la mancanza di soluzioni per risollevare la sanità vibonese».
«A parte una lunga dichiarazione d’intenti da parte del prefetto Piscitelli, che preferiremmo ascoltare mentre legge un lungo elenco di cose concrete già fatte, l’affermazione ‘non abbiamo la bacchetta magica’ lascia alquanto perplessi – sostengono dall’osservatorio civico -, soprattutto quando si ammette pubblicamente che a Vibo mancano tantissimi posti letto, difatti è ormai noto che Vibo sia l’unica provincia che nonostante la riprogrammazione della rete ospedaliera, da un rapporto attuale di 1,86 arriva ad un misero 2,39 (l’indicatore nazionale è del 3×1000), mentre alcune Province calabresi superano il 4×1000: Crotone da 3,92 passa a 4,00 e Catanzaro da 4,10 arriva a 4,57». Il commissario Piscitelli nel corso della riunione ha chiarito che attualmente vengono utilizzati 206 posti letto sui 284 autorizzati, e che quel che manca per poterli attivare tutti è il personale.
Proprio a proposito della carenza di organico di cui soffrono le strutture sanitarie vibonesi, Città attiva sottolinea: «È stato anche precisato che per poter ottenere maggiori risorse ‘l’Azienda’ deve aumentare la produzione, a questo punto sorge spontaneo domandarsi: se non hai il personale necessario, come fai ad aumentare la produzione ed i posti letto? Interrogativi a cui la Commissione straordinaria è tenuta a dare risposte, in quanto è obbligata a garantire i Lea, in coordinamento con il Commissario ad acta ai sensi dell’art 4 comma 1 del Decreto Calabria».
L’osservatorio civico si dice poi «poco convinto» da «i tentativi del direttore amministrativo di ‘giustificare’ le forti penalizzazioni che continua a subire il territorio vibonese in termini di ripartizione delle risorse: dopo aver ammesso un forte sbilanciamento del privato accreditato a favore del territorio crotonese, ha riferito che hanno utilizzato il criterio della deprivazione sociale per rivendicare maggiori risorse per Vibo. Noi ci teniamo a puntualizzare che non siamo assolutamente disponibili ad accettare la sola presa d’atto della mancanza di equità che ha caratterizzato fino ad oggi i piani di riparto, se non è accompagnata da una precisa volontà di porre fine, una volta per tutte, a vere e proprie discriminazioni territoriali che si consumano sulla nostra pelle e ci teniamo a ricordare che il compito di tutelare il diritto alla salute, garantito dall’articolo 32 della Costituzione, spetta in via esclusiva all’Azienda sanitaria, per cui dal direttore amministrativo, ci interessa sapere non perché il privato accreditato si sia concentrato a Crotone, ma quale misura di riequilibrio intende rivendicare per garantire a Vibo gli stessi servizi sanitari pubblici che altrove vengono erogati dal privato accreditato, ricordando che l’articolo 3 della Costituzione non ammette distinzioni per residenza».