Le recenti dimissioni dell’urologo Alberto Ventrice, che ha lasciato l’ospedale di Tropea, con una lettera all’Asp di Vibo nella quale sottolinea l’abnorme carico di lavoro e le difficoltà riscontrate quotidianamente nell’assicurare servizi sanitari efficienti alla popolazione, hanno acuito enormemente la crisi del nosocomio vibonese. Molte le reazioni che negli ultimi giorni si registrano sulla questione. A prendere posizione è anche l’ex consigliere comunale di Tropea, Antonio Piserà.
Con una nota stampa, Piserà denuncia come la situazione dell’ospedale di Tropea sia «diventata insostenibile: di fatto, una promessa mantenuta dal disinteresse immorale e dall’incompetenza professionale dei preposti, ai quali da anni ci si rivolge esponendo in ogni modo la conclamata esigenza, senza ottenere alcunché». Reparti chiusi, personale ridotto al minimo, servizi ambulatoriali e territoriali in difficoltà, dialisi e psichiatria in crisi: secondo Piserà, il presidio rischia di non poter più garantire cure ai cittadini del comprensorio e di non far fronte all’aumento dei pazienti dovuto all’afflusso turistico estivo.

L’ex consigliere ha indirizzato una lettera aperta ai Commissari Prefettizi del Comune di Tropea e ai sindaci di Ricadi, Joppolo, Spilinga, Parghelia, Zambrone, Briatico, Drapia, Zaccanopoli e Zungri, chiedendo «la nascita di un fronte istituzionale e civico comune per difendere il diritto alla salute del territorio», inoltrata per conoscenza anche al Prefetto di Vibo Valentia, Dr.ssa Anna Aurora Colosimo, e al Vescovo della Diocesi, Mons. Attilio Nostro.
«Non possiamo più limitarci a dichiarazioni di principio – afferma Piserà –. L’ospedale di Tropea è da anni in lenta agonia, e in queste condizioni non può più assicurare assistenza ai cittadini. È tempo che i sindaci si uniscano, che la politica locale ritrovi una voce sola e che questo grido arrivi fino al Presidente della Regione, Roberto Occhiuto».

Una crisi che dura da troppo tempo

Secondo Piserà, negli ultimi mesi si è assistito a un progressivo smantellamento del presidio: Urologia ferma dopo le dimissioni del dott. Ventrice; Proctologia impossibilitata a operare per mancanza di anestesisti; Oncologia a rischio chiusura per pensionamenti imminenti; servizi ambulatoriali e SERT privi di personale medico; centro dialisi in difficoltà per carenza di operatori e guasti alle apparecchiature; psichiatria territoriale senza continuità assistenziale.

«Un ospedale efficiente – sottolinea Piserà – è parte integrante della sicurezza e dell’immagine turistica. Non si può promuovere una destinazione d’eccellenza e al tempo stesso accettare un sistema sanitario che non riesce nemmeno a garantire l’emergenza».

L’appello: assemblea pubblica e stato d’agitazione permanente

Per affrontare l’emergenza, Piserà propone un’assemblea pubblica aperta, coinvolgendo amministrazioni comunali della costa e dell’entroterra, sindacati, associazioni civiche e sanitarie, cittadinanza e Chiesa diocesana. L’obiettivo è dichiarare uno stato d’agitazione permanente e redigere un documento unitario da consegnare direttamente al Presidente della Regione Calabria, affinché la questione sanitaria della Costa degli Dei diventi una priorità assoluta.
«Non deve derivarne una manovra politica – precisa Piserà – ma una battaglia fondata su civiltà, dignità ed etica. La salute è un diritto costituzionale e va garantito a tutti, indipendentemente dal Cap o dal Comune di residenza. Oggi occorre una sola voce, quella del territorio, che non tolleri più rinvii e ottenga risposte immediate