I primi cittadini delle Serre vibonesi insieme al Comitato civico “San Bruno” lanciano l’ennesimo allarme sul presidio ospedaliero e promettono iniziative per difendere i servizi essenziali a cominciare dal laboratorio di analisi e il centro dialisi
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Le criticità che interessano il presidio ospedaliero “San Bruno” sono state al centro di un incontro che si è svolto a Mongiana. All’iniziativa hanno aderito i Comuni di Brognaturo, Fabrizia, Nardodipace, San Nicola da Crissa, Serra San Bruno, Simbario, Spadola e Vallelonga.
I sindaci dei centri montani, insieme ai rappresentanti del Comitato civico “San Bruno”, Rocco La Rizza e Ferruccio Codeluppi, hanno evidenziato le diverse problematiche che ancora interessano la struttura, primo riferimento sanitario per l’intero territorio delle Serre e delle Preserre.
Secondo i partecipanti, «l’ospedale, definito di “zona disagiata”, non soddisfa ancora i requisiti stabiliti dal Dca. L’incontro – è scritto nel comunicato stampa – ha confermato la volontà comune di intraprendere tutte le iniziative necessarie per garantire un adeguato funzionamento della struttura e rispondere alle esigenze dei pazienti».
Tra le principali preoccupazioni ci sono le condizioni del laboratorio di analisi e il mantenimento del servizio dialisi. I firmatari dell’iniziativa sottolineano come «l’atto aziendale licenziato dall’Asp non offra garanzie: il laboratorio di analisi viene subordinato alla struttura di Vibo Valentia, mentre della dialisi non vi è alcuna traccia, nonostante testimonianze del passato dimostrino un buon funzionamento di entrambi i reparti».
Da qui emergono interrogativi sulla continuità e sulla tutela dei servizi: «Ogni qualvolta si realizza un punto di forza presso l’ospedale di Serra San Bruno, qualcuno interviene per ridurlo o bloccarlo. I cittadini delle Serre non meritano servizi adeguati? Questi territori devono essere tenuti al di sotto di un certo grado di attenzione?».
I sindaci sono pronti a intraprendere tutte le iniziative necessarie per tutelare l’ospedale: «Insieme alle associazioni e ai cittadini ci presenteremo con le nostre fasce tricolori – simbolo di responsabilità e potere dato dalla volontà popolare – affinché venga riconosciuto e rispettato il nostro ruolo», hanno concluso.

